La crisi ambientale ci porta a reinventare le nostre risorse: è questa la sfida di Svacantina, un progetto di riciclo creativo tutto “made in Napoli”.
Scopriamo meglio di cosa si tratta con Carla Pirozzi e Mariachiara Fabbrini, ideatrici dell’iniziativa.
Da quale idea è nata Svacantina?
“Svacantina nasce dalle fondatrici Mariachiara Fabbrini e Carla Pirozzi che hanno unito le loro conoscenze in politiche sociali e ingegneria ambientale per dare vita a un progetto destinato alla riqualificazione del territorio attraverso il riuso delle materie prime, rielaborate in maniera creativa per contrastare così gli sprechi e l’inquinamento che purtroppo caratterizzano il territorio partenopeo”.
Che valore vuole apportare il progetto Svacantina?
“Il nome Svacantina nasce dal termine napoletano “svacantare” con cui si soleva indicare la pratica di svuotare le antiche cantine in cui ognuno di noi relegava, come parte buia della casa, gli oggetti in disuso e imbruttiti.
Svacantina offre l’opportunità di ridare luce a quegli oggetti per dargli una seconda vita; in tal modo non solo si riduce l’impatto ambientale che nuove creazioni comporterebbero in caso di consumo di risorse vergini ma la vendita di queste creazioni, ognuna unica nel suo genere come pezzo di arredamento per la casa, aiuta anche associazioni no profit del territorio.
Inoltre, la rubrica domenicale “Munezza a dieta”, attiva sulla pagina Instagram, diffonde informazioni utili per una migliore gestione della raccolta differenziata e sensibilizza alla tematica ambientale, così urgente con l’avvento della crisi climatica”.
Da chi è formato il team e qual è il loro ruolo?
“Nella realizzazione degli oggetti, Svacantina è affiancata da una dinamica e sempre più crescente squadra di artigiani/e e hobbisti/e che, rielaborando gli oggetti ricevuti in donazione all’insegna delle proprie competenze nonché della propria ispirazione, permette da un lato di recuperare una quantità sempre maggiore di cose che altrimenti sarebbero destinate alla spazzatura, e dall’altro di creare un vasto e variegato catalogo di prodotti finali in grado di assecondare gusti più diversi”.
Con quali associazioni e realtà Svacantina ha collaborato durante quest’anno?
“Da un anno a questa parte, Svacantina ha messo a disposizione 5 creazioni a favore dell’associazione “Pangea Onlus”, la quale si occupa della condizione socio-economica delle ragazze afghane, che da un paio di mesi soffrono sotto il regime talebano, per l’iniziativa “Artigiane per l’Afghanistan” conclusasi il 31 Agosto.
Collabora, attraverso delle donazioni ottenute dal ricavato delle vendite, con l’associazione “madre” che si occupa della salvaguardia dei nostri mari e dona oggetti che non vengono trasformati, poiché in buone condizioni, all’associazione internazionale di pubblica utilità “Betel”.
Quale creazione ha apportato maggiore soddisfazione e quale invece ha dato più grattacapi in termine di lavorazione?
“La varietà della materia prima fa sì che ogni oggetto segua un percorso di rielaborazione creativa del tutto personale e non privo di imprevisti.
È difficile dire quali siano gli oggetti che abbiano dato più grattacapi durante la lavorazione, a volte sono stati lasciati a metà del loro percorso di trasformazione, per poi riprenderli dopo mesi, e altre volte, in corso d’opera, hanno assunto una forma del tutto inaspettata dall’idea originaria”.
Quali sono i progetti futuri per Svacantina?
“Svacantina ha compiuto un anno il 21 novembre , motivo per cui si è reduci da un periodo di bilanci.
Il progetto riesce a soddisfare diverse esigenze: quella di valorizzazione di artigiani/e e hobbisti/e quella di un modello di produzione e consumo circolare dell’ambiente e della società.
Svacantina mira, un giorno, a relegare le sue creazioni in un negozio fisico per far intersecare questa realtà con i suoi affezionati, per rilanciare e valorizzare il lavoro del suo team e ispirare la comunità ad un riciclo consapevole attraverso il buon esempio”.
Carmen Allocca
No responses yet