“Anche oggi l’ansia mi assale. Sono affranta perché la guerra continua. Ho sempre paragonato la vita ad una giostra che gira infinite volte, senza un traguardo vero e proprio. Ogni finale rappresentava un nuovo inizio. Eppure…”
Attualmente questa visione positiva è stata messa a dura prova dagli avvenimenti degli ultimi anni. Malgrado ciò, la fiducia nella capacità umana nel risolvere le svariate problematiche giaceva in ognuno di noi, come un perno, guadagnato dal buon senso e dalla ragionevolezza.
La storia si ripete, così come i singolari avvenimenti delle nostre vite?
A questa domanda non ci sarebbe stata risposta, fino ad oggi. Infatti, Francesco De Sanctis ha scritto: “Vico aveva detto che la storia è un corso e ricorso, si ripete… Poi venne la teoria del progresso, si disse: no, la storia è una linea retta che va sempre innanzi, una continua corrente verso l’ideale. Dov’è la verità. C’è un centro che si chiama ideale o spirito di un secolo, d’un’epoca, il quale sviluppandosi forma un circolo… Vico dice il vero, i circoli tornano; ma si muta il centro, lo spirito, che ha la forza di costruire nuovi circoli, è coscienza più illuminata, è spirito più riflessivo e produce il progresso. Perciò la storia è ripetizione e progresso insieme, il passaggio da una in altra epoca è passaggio da uno in altro ideale”. [La letteratura italiana nel secolo XIX, 1921].
Nulla di più attuale. La visione è lineare verso il progresso, inteso come traguardo che abbraccia lo spirito e l’ideale, ma la stessa si converge sempre in un medesimo circolo che, a sua volta, risulterà sempre più illuminato. Piacerebbe ancora abbracciare questa concezione, ma la realtà del ventunesimo secolo si allontana alla grande, purtroppo.
E’ evidente che Antonio Gramsci aveva ragione: “l’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna ma non ha scolari.”
Dopo l’esperienza della pandemia, ancora in corso, l’uomo si ritrova ad affrontare una vecchia, vecchissima, problematica. Questa volta non è la natura ad aver preso il controllo, ma è l’uomo ad averlo perso.
L’inizio della guerra in Ucraina rappresenta la lampante prova che si è tornati al punto di partenza, come succede con i giochi da tavola. Così, ad ogni casella indietreggiata muoiono altre vite. Così.
Occorre dire che siamo di fronte ad un altro fenomeno, capace di porre innumerevoli e vari interrogativi. Primo fra tutti: se fosse una guerra nucleare?
“Oltre a uccidere centinaia di migliaia di persone all’istante, un’esplosione nucleare creerebbe delle onde di luce visibile, infrarossa e ultravioletta che, combinandosi, produrrebbero una sorta di grande palla di fuoco molto calda capace di bruciare qualsiasi cosa e di creare ustioni di terzo grado in un raggio molto esteso. “
Ciò significa che una guerra nucleare avrebbe effetti devastanti ben oltre i confini dell’Ucraina. La Russia possiede il più grande arsenale nucleare del mondo (quasi la metà di tutte le armi nucleari esistenti a livello globale).
I ricercatori affermano che alcune delle armi nucleari di cui la Russia dispone oggi, infatti, sono oltre 50 volte più potenti di quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki. La tecnologia nucleare si è notevolmente evoluta, diventando più complessa: sono stati fatti passi avanti significativi nella miniaturizzazione, tanto’è che le armi nucleari odierne sono più compatte, pesano solo poche centinaia di chilogrammi ma hanno il potenziale di uccidere milioni di persone.
Attualmente, la probabilità che la Russia utilizzi le utilizzi è remota ma il rischio c’è. È più probabile, invece, che Putin decida di impiegare le armi chimiche prima di quelle nucleari. Tuttavia, non bisogna dimenticare che la guerra in corso non è solo tra la Russia e l’Ucraina, ma tra la Russia e l’Ucraina con i rifornimenti e l’intelligence occidentale. Ecco perché la minaccia nucleare fa così paura.
Da notare che tutto ciò è in contrapposizione al Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Il trattato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), adottato nel 2017 ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021, mette al bando per la prima volta in maniera vincolante l’uso o la minaccia d’uso, lo sviluppo, la sperimentazione e lo stoccaggio di armi nucleari. Il documento è stato finora firmato da 86 Paesi, ma non dalla Svizzera – nonostante abbia votato a favore della sua creazione – né da alcun Paese che possiede armi atomiche.
Il terrore di una nuova guerra nucleare non potrà nascondere l’incidenza sul fattore psicologico. Si potrebbe scaturire una inutile e tossica corsa allo ioduro di potassio.
Durante una radiazione, lo iodio radioattivo provocherebbe tumori. In tal caso, lo ioduro di potassio rappresenta un antidoto essendo in grado di saturare la tiroide evitando l’assorbimento di radiazioni. Ma lo stesso, qualora venisse assunto per precauzione potrebbe diventare nocivo per la tiroide stessa. Di conseguenza in Italia NON viene venduto nelle farmacie, bensì, è preparato nel caso di richiesta e quindi sotto estrema necessità. (Va precisato che verrebbero eventualmente distribuite dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile in caso ve ne fosse necessita!).
Nonostante ciò, inizia ad esserci un insistente allarmismo e corsa compulsiva all’acquisto a base di ioduro di potassio (come si può notare nella foto).
Cosa andrebbe ad alterare?
Entrando nel dettaglio, la nostra tiroide per svolgere le sue normali funziona utilizza lo iodio. E’ un micronutriente essenziale presente nell’organismo in piccole quantità (15-20 mg) e concentrato quasi esclusivamente nella tiroide, ghiandola endocrina posta alla base del collo. Essa produce due ormoni (T3 e T4) i quali contengono iodio. Questi ormoni hanno un ruolo essenziale nel metabolismo cellulare , nelle prime fasi di crescita e sviluppo di diversi organi come il cervello. L’assunzione di ioduro di potassio avrebbe effetti nocivi proprio su questo.
Gli integratori in commercio possono arrivare fino a 225 microgrammi di iodio a compressa, che, presa tutti i giorni, può determinare una saturazione della ghiandola e portare a intossicazione. Chi ingerisce una grande quantità di iodio può sviluppare un ipotiroidismo (ovvero il blocco funzionale della tiroide). A volte invece può instaurarsi una condizione di ipertiroidismo. Inoltre altri sintomi potrebbero essere irritazione gastrica, lesioni acneiche sul viso, un sapore metallico in bocca, un aumento della salivazione.
Nel frattempo l’Oms ha chiesto all’Ucraina di distruggere i virus nei suoi laboratori. È un appello prudenziale che punta a prevenire il rischio di dispersione di alcuni agenti patogeni altamente infettivi durante il conflitto. Nel Paese ci sarebbero laboratori ad alta sicurezza autorizzati a trattare agenti patogeni. Questi è possibile distruggerli con la candeggina oppure con autoclave. Ciò è avvenuto dopo la riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, in cui emersero le accuse del Cremlino secondo il quale l’Ucraina e gli Stati Uniti stabilirono un complotto per diffondere armi biologiche utilizzando uccelli migratori, pipistrelli e insetti. Successivamente, il 10 marzo il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato di non possedere laboratori dove si lavorino armi chimiche e biologiche in Ucraina.
Ma cosa si intende per armi biologiche? Qualsiasi batterio o altre entità microbiologica che esce accidentalmente o per volontà umana dal laboratorio dove viene coltivato per scopi di ricerca.
L’ucraina è tra i sottoscrittori della convenzione sulla armi biologiche del 1975. Insieme a 180 paesi si impegna a non sviluppare produrre o stoccare armi biologiche. Il problema è che le attività svolte nei singoli paesi attualmente potrebbero non essere controllate .
E’ verosimile che nel contesto della guerra si ricorra alle armi biologiche? Il pericolo più grave resta quello chimico, come il gas nervino.
Scienziati russi e ucraini come si schierano?
Quella in Russia è una chiamata alla pace da parte degli scienziati russi e la richiesta di supporto di quelli ucraini. Nei giorni scorsi gli scienziati russi hanno pubblicato una lettera aperta contro il proprio governo: “Noi, scienziati e giornalisti scientifici russi, dichiariamo la nostra ferma opposizione all’aggressione lanciata dalla Russia nei confronti del popolo ucraino. (…).
La responsabilità di avviare una nuova guerra in Europa ricade interamente sulla Russia. Non c’è giustificazione razionale per questa guerra. Naturalmente, l’Ucraina non rappresenta alcun rischio per la sicurezza russa. I tentativi di utilizzare la situazione nel Donbass come pretesto per una operazione militare sono totalmente artificiosi. La guerra contro l’Ucraina è ingiusta e francamente è un nonsenso”.
Quanto alle istituzioni scientifiche ucraine, esse si sono in questi anni avvicinate molto a quelle europee e occidentali in qualche caso chiudendo le relazioni precedenti con il mondo della ricerca russa. Dal 2015, l’Ucraina è entrata come paese associato nei programmi di ricerca finanziati dall’Unione Europea. Ad oggi è una richiesta d’aiuto.
Questa situazione trova molto eco nel mondo scientifico internazionale. Uno statement on the war in Ukraine è stato immediatamente prodotto da Pugwash (organizzazione non governativa con sede in Canada, sostiene la compatibilità dello sviluppo scientifico con l’equilibrio geopolitico e pacifico internazionale) la Conferenza su Scienza e Affari Mondiali che dal 1957 lavora per promuovere il disarmo nucleare e di tutte le armi di distruzione di massa, utilizzando le evidenze scientifiche per promuovere politiche di pace e di negoziazione per un futuro sicuro per tutti.
Pugwash prosegue dando alcune indicazioni molto pratiche: il ritiro totale e incondizionato di qualsiasi forza militare straniera attualmente presente sul territorio ucraino; il riconoscimento dell’autonomia del Donbass e quello del ritorno della Crimea alla Russia; la necessità di garantire libertà di movimento alle persone attraverso i confini dell’Ucraina sia da e per la Russia che verso gli altri paesi. Suggerisce di eliminare le sanzioni alla Russia non appena le truppe russe avranno lasciato il territorio ucraino, sottolineando che le sanzioni hanno conseguenze negative non solo per il paese sanzionato. Infine, propone di raggiungere un accordo chiaro sullo stato di neutralità dell’Ucraina, riconosciuto come strategico all’interno di un trattato internazionale. Infine, un programma di riabilitazione economica pacifica per l’Ucraina con nuove negoziazioni per creare un’architettura di sicurezza in tutta la regione europea.
In conclusione, e per la diffidenza nei confronti dei nuovi vaccini e per il terrore di una eventuale guerra nucleare, la scienza subisce oggi un’ulteriore demonizzazione, che sicuramente non passerà indifferente. Malgrado gli strumenti che essa continua a fornirci, affiora la sua capacità di rappresentare il “veleno e l’antidoto”. Nel mezzo vi è la ragione umana, su cui non vi conterei più di tanto… pare si sia addormentata generando altri mostri.
Claudia Coccia
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