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La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per la gestione criminale della “Terra dei Fuochi“.

Un verdetto che certifica una verità dolorosa e, per certi versi, scomoda: lo Stato italiano ha consapevolmente messo a rischio la vita di milioni di cittadini, lasciando che la criminalità organizzata avvelenasse la terra, l’acqua e l’aria in una delle aree più densamente popolate del paese.

Una condanna che arriva con anni di ritardo, dopo decenni di negligenza, di false promesse e di negazione del problema, mentre la politica locale e nazionale ha preferito girarsi dall’altra parte.

E, chissà come mai, proprio nei giorni in cui la Corte di Strasburgo emetteva la sua sentenza contro lo Stato italiano, i media si sono scatenati nel parlare del “fenomeno Roccaraso“.

Il cuore malato della Campania

Nel 2003, fu Legambiente a coniare il termine “Terra dei fuochi” per descrivere il territorio tra Napoli e Caserta, dove i rifiuti speciali venivano bruciati o interrati dalla criminalità organizzata, a partire dagli anni ’90.

Il fenomeno è stato ben documentato: roghi notturni alimentati da rifiuti tossici, discariche abusive, smaltimento illegale di materiali industriali. Una ferita che non solo ha devastato l’ambiente, ma ha messo a rischio la salute di milioni di persone.

Il danno ambientale è evidente: coltivazioni compromesse, falde acquifere contaminate, animali avvelenati. Ma drammatico è, ovviamente, anche l’effetto sulla salute umana, come evidenziato da numerosi studi. L’istituto Superiore di Sanità ha confermato un incremento significativo di tumori e malformazioni, con 1.600 morti in eccesso ogni anno rispetto alla media nazionale.

Non sono solo le associazioni come Legambiente a denunciare la situazione: anche i sindacati, la Chiesa e numerosi comitati cittadini, si sono mobilitati negli anni. Tuttavia, la prima sentenza definitiva della Corte di Cassazione contro i gestori di una discarica illegale è arrivata solo nel 2021, ben ventisette anni dopo la prima denuncia di Legambiente. Decisamente troppo tardi!

Terra dei Fuochi“: la condanna Europea

Nel 2025, finalmente, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che l’Italia è colpevole di violare il diritto alla vita degli abitanti della Terra dei Fuochi.

La Corte ha condannato lo Stato per non aver agito con sufficiente tempestività nell’affrontare l’inquinamento e nel proteggere la salute pubblica. Per la prima volta uno dei più importanti tribunali internazionali ha messo nero su bianco le responsabilità dello Stato italiano nella gestione di una delle crisi ambientali più gravi del paese.

Ha riconosciuto che lo Stato fosse consapevole della situazione sin dagli anni ’90, ma ha mancato di adottare misure adeguate, lasciando milioni di persone esposte al rischio per decenni.

La CEDU ha ordinato all’Italia di adottare una strategia articolata per la bonifica dei territori contaminati, istituire un monitoraggio indipendente e creare una piattaforma di informazione pubblica entro due anni.

La gravità della sentenza non può essere sottovalutata. Si tratta di un’accusa diretta alla politica italiana, che ha ignorato o minimizzato il problema, trattandolo come una questione locale e temendo, forse, di scontrarsi con poteri economici e criminali radicati nel territorio. Ma la Terra dei Fuochi non è solo un problema della Campania, è una ferita del paese intero.

Eppure, proprio nel momento in cui l’Italia è chiamata a rispondere delle sue colpe, i media si sono fossilizzati su ben altre narrazioni.

Una triste realtà

E così, c’è ancora chi in Italia non sa cosa sia la Terra dei Fuochi. Eppure, non si tratta di un fenomeno limitato alla Campania, ma di un simbolo delle falle sistemiche nella gestione dei rifiuti in tutta Italia, di come l’illegalità e la corruzione siano riuscite a radicarsi a tal punto da mettere in pericolo non solo l’ambiente, ma la stessa salute pubblica. (Clicca QUI per: La Puglia è la nuova “Terra dei fuochi”?)

La risposta, forse, risiede nella difficoltà di affrontare una verità scomoda? È molto più facile parlare di questioni futili che non mettono in discussione la coscienza nazionale, invece di ammettere che l’Italia ha permesso che la propria terra venisse avvelenata e che la propria gente venisse sacrificata sull’altare dell’illegalità e della corruzione.

La Terra dei Fuochi è una ferita che non smette di sanguinare, una piaga ambientale e sociale che ha messo a rischio la vita di migliaia di persone e continua a farlo. La sentenza della Corte Europea è un primo passo, ma non basta.

Ora tocca all’Italia fare davvero i conti con il suo passato e con la propria incapacità di proteggere i suoi cittadini, anzitutto risolvendo le gravi carenze nella gestione dei rifiuti, per tutelare finalmente la salute e l’ambiente.

E questa volta dovrà farlo davvero, non ci si può più girare dall’altra parte.

Carmela Fusco

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