In un mondo continuamente bombardato da informazioni negative, luoghi del terrore, cattiveria e ostilità, la psicologia positiva dona uno spiraglio di luce intensa, quasi un senso di ribellione, in positivo.

Ci vuole un grande lavoro introspettivo, ricerca del proprio ‘’Io’’, auto – disciplina. In un periodo di conflitto, crisi economica, politiche, sociali, questa pratica si propone come antidoto della negatività, che costantemente viene introdotta, prodotta, INDOTTA!

Tu?

Come reagisci ad una situazione? Come ti predisponi? La vivi o fuggi?

Innumerevoli volte siamo estremamente punitivi con noi stessi, spesso sino a detestarci.

Ma è così che realmente capiamo chi siamo? Come ci comportiamo?

Come e quanto è positivo il nostro modo d’interagire con gli altri? Quanto amiamo?

Quando ci lasciamo amare? Quanto viviamo?

La psicologia positiva (una prospettiva teorica ed applicativa della psicologia, che si occupa dello studio del benessere personale), movimento nato durante gli anni ‘90 partendo da studi e ricerche sul benessere soggettivo, sottolinea fortemente il ruolo delle risorse positive e delle potenzialità̀ dell’individuo.

Afferma che Il pensiero positivo è l’abilità (ma anche l’abitudine) di orientare la mente verso uno stato di positività, superando i pensieri negativi e creandone di nuovi, più felici.

  • Si possono identificare DUE prospettive di base della psicologia positiva, quella edonica e quella eudaimonica.

La prospettiva edonica:

[edonico. edònico agg. dal fr. hédonique, dal lat. tardo hedonĭcus; v. edonismo], Raro– Che ha rapporto con il piacere]

in cui le ricerche e gli studi si focalizzano sull’analisi della dimensione del piacere, inteso come “benessere prettamente personale e legato a SENSAZIONI ed EMOZIONI positive”.

*Daniel Kahneman (psicologo israeliano e professore di scienze cognitive a Princeton (USA), citava:

“Nothing in life is as important as you think it is when you are thinking about it.”

“Niente è importante in vita, lo è solo quando tu pensi che lo sia”

Hai mai pensato potessimo essere i padroni dei nostri pensieri?

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La prospettiva eudaimonica:

[dal gr. εὐδαιμονία, der. di εὐδαίμων «felice–Nel linguaggio filosofico, la felicità intesa come scopo fondamentale della vita]

che si focalizza sullo studio dei fattori che promuovono le potenzialità, la realizzazione personale e lo sviluppo dell’individuo e sviluppo della collettività̀.

Quando si parla di salute positiva, che ha come archetipo fondante la salute mentale dell’individuo, si riferisce non tanto all’assenza di malattia, ma ad una condizione caratterizzata dal provare emozioni positive, dall’avere degli impegni finalizzati al raggiungimento di obiettivi positivi e ben precisi, dall’essere in grado di relazionarsi positivamente con gli altri, tutti inciti che incrementano, attraverso studi e test effettuati negli anni, la longevità degli individui e migliora il tenore del loro invecchiamento.

Si assiste così, nel tempo, ad un forte cambiamento di paradigma che a livello applicativo si traduce con l’idealizzazione di programmi psicologici finalizzati allo sviluppo delle potenzialità e delle abilità della singola persona, anziché dei suoi aspetti deficitari.

(Insomma un vero e proprio consolidamento positivo, in positivo, SII POSITIVO!)

E a questo proposito, la psicologia positiva diviene un movimento sia a livello teorico che a livello pratico attraverso l’area della psicologia clinica, della psicologia scolastica-educativa, nonché della psicologia sociale e delle organizzazioni.

La speranza, l’ottimismo, la felicità, il benessere soggettivo e il concetto di “flow”

La speranza è basata su 3 componenti, ovvero:

  1. obiettivi da raggiungere
  2. strategie per il raggiungimento degli obiettivi
  3. motivazione a raggiungerli

L’ottimismo, invece, è la tendenza a credere che si possano raggiungere dei risultati positivi, piuttosto che negativi affinché questo stesso muova dinamiche nell’individuo finalizzate alla protezione della sua salute, che talvolta diventano determinanti anche per la sfera psico-fisica  in molte malattie croniche, (parlavamo prima appunto, di un tenore dell’invecchiamento migliore e più longevo) cosa che non si verifica, ad esempio,  nel soggetto pessimista che invece si allontana sempre più dall’innescare una predisposizione psicologica e fisica ferrea e cioè terreno fertile per la sua personale felicità.

Il concetto di flow nasce da uno studio effettuato sulla creatività, riconosciuto a Getzels e Csikszentmihalyi, (1976), che ha portato l’autore a rimanere colpito dal fatto che quando il professionista in questione riteneva che il suo progetto stesse procedendo per bene, egli persisteva nel lavoro senza sosta, ignorando anche la fame, la fatica e il disagio.

Concettualizzando così il termine flow come uno stato psicologico soggettivo di massima positività e gratificazione; entrare nel flusso dipende quindi, dall’equilibrio tra queste sfide personali, questi stimoli celebrali, più abilità personali o in acquisizione, valutate tutte su una base soggettiva.

Quel che ho personalmente colto, dall’approfondimento di queste informazioni e dalla messa in pratica di questo meccanismo, è che quando si è nel flusso, l’individuo funziona a pieno delle sue capacità, portando a sé numerosi vantaggi, come ad esempio, l’attivazione e lo sviluppo di capacità personali e l’assaporare, in maniera proattiva, uno stato di benessere collegato a forti emozioni positive e a un senso positivo di autostima e autoefficacia. (Aggiungendo anche valore maggiore all’esperienza momentanea che si sta vivendo).

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Piscologia positiva e pensiero positivo. Qual è la differenza?

La PSICOLOGIA POSITIVA è una disciplina basata su emozioni POSITIVE e sulla capacità di rivalutare POSITIVAMENTE i propri vissuti e non va confusa con il PENSIERO POSITIVO, che invece è una visione sempre e comunque ottimistica di tutto ciò che ci circonda.

Per esempio, i ricercatori hanno riscontrato che con persone affette da depressioni gravi, gli effetti degli esercizi di psicologia positiva possono portare a risultati straordinari dopo anche solo 1 anno di follow up¸ producendo una remissione molto maggiore rispetto ai risultati ottenuti da trattamenti che seguono i protocolli standard di pensiero positivo o che prevedono anche o addirittura l’assunzione di farmaci.

Gli interventi di psicologia positiva sono basati su esercizi e attività mirate alla valorizzazione degli aspetti positivi dell’esistenza e della propria persona e sono diverse le strategie terapeutiche usufruibili, come ad esempio l’investimento sui punti di forza dell’individuo, quali coraggio, abilità interpersonali, ottimismo, autenticità, perseveranza, realismo, capacità di provare piacere, di riconoscere le responsabilità personali, le inclinazioni e le intenzioni etc.

TI HO INCURIOSITO?

Insomma, è un mezzo che decisamente migliora la vita!

ESPLORATE! PROVATECI!

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