Lo stato di emergenza prevede poteri particolari per i quali si possano emanare norme o restrizioni con immediatezza per affrontare una particolare emergenza. Nel 2020 Giorgia Meloni, all’epoca all’opposizione del Governo Conte criticò la decisione di adottare lo stato di emergenza per la pandemia poiché si andavano ad alterare le normali procedure costituzionali, andando a costituire una sorta di dittatura. Una critica non al contenuto, ma al modo di agire del governo dell’epoca. Adesso invece è lei a fare uso di questo istituto.
Se si parla di immigrazione le opinioni politiche e le posizioni del Governo Meloni le conosciamo tutti. Nel corso di questi mesi si è molto discusso degli eventi infausti avvenuti nel Mediterraneo e della difficoltà del nostro Paese di gestire tale fenomeno, soprattutto per quanto riguarda i flussi illegali.
Lo scorso 11 Aprile è stato dunque deliberato lo “Stato di emergenza per l’immigrazione”.
Si tratta di un provvedimento regolato dal codice di Protezione Civile che avrà la durata di sei mesi.
La decisione, presa in occasione del Consiglio dei Ministri, è sostenuta da un primo finanziamento di cinque milioni di euro. Che il fenomeno sia diventato ancora più preoccupante lo testimonia il Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci: “Un fenomeno che registra un aumento del 300%”.
“Abbiamo deciso lo stato di emergenza sull’immigrazione per dare risposte più efficaci e tempestive alla gestione dei flussi” ha di fatto dichiarato la premier Giorgia Meloni.
Ci sarà il coinvolgimento della Protezione Civile e della Croce Rossa e l’aumento e il potenziamento delle strutture denominate “Cpr”, ossia luoghi di accoglienza per coloro che saranno rimpatriati, non avendo il diritto di rimanere sul territorio nazionale.
Nominato il Commissario per la gestione dello stato di emergenza
Nella giornata di ieri il Governo ha nominato commissario per la gestione dello stato di emergenza Valerio Valenti, capo del Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno. Sarà lui a gestire direttamente i fondi che il governo ha stanziato. Sarà anche compito suo e dei suoi collaboratori – 15 che potranno essere scelte tra le figure già nel Ministero dell’Interno – creare nuovi centri di accoglienza e gestire la sistemazione dei migranti sul territorio nazionale.
Con tale atto saranno implementate e velocizzate le procedure per risolvere alcuni problemi riscontrati nell’ultimo periodo. Basti pensare che solo negli ultimi 3 mesi sono sbarcati in Italia circa 30mila persone e sono state registrate 441 morti in mare.
Politiche migratorie
Ci si interroga però se questa misura possa essere veramente in grado di arginare il problema. Già precedentemente – nel 2011 – con il Governo Berlusconi furono adottati provvedimenti come questo per il contrasto dell’immigrazione clandestina, che prevedeva inoltre una equa distribuzione dei profughi nelle regioni della Penisola.
I Governi che si sono succeduti hanno dichiarato lo stato di emergenza soltanto per le catastrofi naturali e per la pandemia e non nel 2014-2017, altro periodo critico per gli sbarchi.
Oggi le politiche in materia di immigrazione adottate sono davvero numerose. L’ultima risale proprio a circa un mese fa, dopo la strage di Cutro. Il “Decreto Cutro”, che principalmente mira all’intensificazione di pene per i “trafficanti”, ma anche all’abolizione delle norme sul permesso di soggiorno per protezione speciale (insieme a molto altro), vede però ancora un forte disaccordo tra maggioranza e opposizione.
Carmela Fusco
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