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Negli ultimi decenni, la Campania ha visto un numero crescente di giovani talenti lasciare la regione. Secondo i dati ISTAT, tra il 2015 e il 2023 oltre 200.000 giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni si sono trasferiti altrove. Le principali mete sono le città del Nord Italia, come Milano, Bologna e Torino, o capitali europee come Berlino, Londra e Amsterdam. Il fenomeno si è intensificato a causa delle difficoltà economiche e della cronica mancanza di opportunità nel Mezzogiorno, ma le ragioni vanno oltre.

Le motivazioni che spingono i giovani a partire

A spingere i giovani campani verso altre destinazioni sono la ricerca di condizioni di lavoro migliori, stipendi più competitivi e una maggiore meritocrazia. Molti di loro sono altamente qualificati, spesso laureati in discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica), economia o sanità, ma trovano difficoltà nel tradurre il proprio percorso di studi in un lavoro stabile e ben retribuito nella loro terra d’origine.

Oltre agli aspetti economici, pesa anche il desiderio di un ambiente più dinamico, con opportunità di crescita professionale e maggiore attenzione all’innovazione. Al Nord e all’estero, infatti, la percezione è che il talento venga riconosciuto e valorizzato più rapidamente, mentre nel Sud Italia molti giovani denunciano un sistema poco meritocratico e dominato da relazioni personali o logiche di raccomandazione.

South working: una nuova opportunità per il Sud

Nonostante il fenomeno dell’emigrazione giovanile continui, negli ultimi anni si è affermata una tendenza opposta, il “south working”. Questa pratica, favorita dall’espansione del lavoro da remoto durante la pandemia, consente a molti giovani di lavorare per aziende situate al Nord o all’estero, ma rimanendo fisicamente nel Sud Italia.

Il south working offre numerosi vantaggi: i giovani possono godere del calore familiare, di una qualità della vita spesso migliore e di un costo della vita inferiore rispetto al Nord. Inoltre, questa pratica ha portato nuova vitalità in alcune aree del Sud, con un ritorno della popolazione attiva che investe nei territori locali. Tuttavia, il south working non è privo di sfide. Per essere pienamente sostenibile, richiede infrastrutture digitali adeguate, spazi di coworking diffusi e politiche che supportino il lavoro da remoto.

Le prospettive future: trattenere i talenti e favorire il rientro

Se da un lato il south working rappresenta un’opportunità per trattenere i giovani, dall’altro non può essere la soluzione definitiva alla fuga dei talenti. Per invertire realmente la tendenza, la Campania deve investire in politiche strutturali: infrastrutture moderne, incentivi per le imprese locali, innovazione tecnologica e una forte attenzione al capitale umano.

Solo attraverso un cambiamento sistemico sarà possibile non solo trattenere i giovani talenti, ma anche attrarne di nuovi. La speranza è che la Campania e il Sud Italia possano diventare territori dove i giovani non debbano più scegliere tra il sogno di una carriera e il desiderio di rimanere nella propria terra.

Loredana Zampano

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