Il mare della vecchia trinacria e le scoperte meravigliose
Il mare di Sicilia regala sempre emozioni inaspettate, anche ( o forse soprattutto ) a chi è normalmente abituato a navigarlo o per lavoro oppure semplicemente per hobby.
Risale a meno di un mese fa, esattamente il 23 febbraio, un ritrovamento importate e straordinario. Si tratta di tre scheletri di aerei abbattuti durante la seconda guerra mondiale.
Portella e i suoi ritrovamenti
I tre relitti giacevano ancora sui sabbiosi fondali siracusani-catanesi quando sono stati individuati da un team di subacquei professionisti capitanati da Fabio Portella. Portella è un formatore, laureato in Giurisprudenza e ispettore onorario dei Beni Culturali sommersi a Siracusa. Inoltre è il fondatore del Capo Murro Diving Center, centro che offre la possibilità di immergersi nelle splendide acque di un’area marina protetta anche a chi non è del mestiere. Il rinvenimento è stato possibile grazie alla collaborazione con la Sovraintendenza del mare e il team composto da Antonio di Grazia, Linda Pasolli e Umberto Fasone.
Portella – autore del libro Un mare di curiosità – Le curiosità per raccontare il Mare – non è nuovo a questo genere di ritrovamenti. Si stima, infatti, che durante la sua lunga carriera abbia già ritrovato più di una decina di resti aerei la maggior parte risalenti al secondo conflitto mondiale. Uno degli ultimi risale a meno di un anno fa ed ha come protagonista un relitto, per l’esattezza un Martin Baltimore, adagiato sulle dune di sabbia nelle acque di Linosa.
La nuova scoperta e l’Operazione Husky
Come annunciato si tratta di aerei militari abbattuti durante la Seconda Guerra Mondiale, probabilmente persi dalla Royal Air Force britannica durante l’imponente campagna aerea che preparò lo sbarco degli Alleati in Sicilia. Dalle prime perizie effettuate sulle carcasse, in effetti, si crede che si tratti di aerei precipitati durate l’Operazione Husky, avvenuta il 10 luglio 1943 per liberare l’Italia dal dominio fascista e che vide l’Armata Inglese e l’aviazione dell’Asse nel perimetro siracusano.
I velivoli, insabbiati e coperti di reti da pesca, sono stati ritrovati a una profondità di circa 30 metri. Sono visibili i motori, l’elica del motore di destra e una porzione della fusoliera.
L’archeologia subacquea attraverso la scuola
Tra i tanti progetti legati alla figura di Portella va citata la sua collaborazione con le scuole. L’intento è quello di raccontare l’archeologia subacquea attraverso la storia, cercando di appassionare i ragazzi.
Proprio negli istituti, attraverso le immagini dei relitti subacquei ritrovati durante le sue esplorazioni, Portella narra agli studenti presenti l’Operazione Husky, con la convinzione che l’uso delle immagini a volte aiuti a far comprendere meglio gli avvenimenti più delle tante parole impresse nei libri.
Attraverso i racconti ricchi di aneddoti e spunti sorprendenti, Portella fa vivere la storia e i ragazzi partecipano con entusiasmo agli incontri. E’ questo il suo obiettivo e quello del suo team: incoraggiare le nuove generazioni alla conoscenza.
Tuttavia, grazie a queste scoperte e ai successivi studi effettuati su di esse siamo in grado di ricostruire e narrare alcuni dei momenti cruciali avvenuti del Secondo Conflitto Mondiale in Sicilia ma soprattutto possiamo continuare a tener vivo il ricordo.
Federica Leonardi
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