Nel periodo da settembre a fine ottobre del 2024, la Liguria è stata messa in ginocchio dalle numerose alluvioni. I danni conteggiati ammontano a più di 40 milioni di euro per il solo settore pubblico mentre rimane in sospeso il censimento dei danni ai privati.
Stato di emergenza temporaneo
Lo stato di emergenza è stato riconosciuto dal Presidente ad interim della Regione tre giorni l’ultimo grande evento che ha segnato il territorio Valbormidese.
Le esondazioni e i dissesti di versante hanno interessato strutture ed infrastrutture pubbliche ma il vero danno è avvenuto presso i privati. Infatti lungo le sponde del fiume Bormida sono presenti moltissime attività private.
Problema pubblico in mano ai privati
Le stesse hanno ricevuto molta solidarietà da tutta la comunità ma le richieste danni avanzate allo Stato non hanno ricevuto una conferma positiva di evasione. Lo Stato italiano, che si trova per l’ennesima volta in difficoltà, dovrà far muovere i propri cittadini in modo autonomo per rispondere alla risoluzione di problemi di competenza statale.
È stato quindi proposta l’obbligatorietà di un’assicurazione che copra il rischio specifico contro le calamità naturali, rischio che fino a poco tempo fa non era concesso dalle stesse Compagnie Assicurative. Ma oltre a quest’ultimo dettaglio, è spontaneo il pensiero che aziende in difficoltà debbano rispondere a un’altra spesa che avrà sicuramente un costo ingente.
Cause naturali o umane?
I danni subiti nel territorio valbormidese hanno avuto come prima causa la morfologia del territorio ma anche e soprattutto la mancata pulizia dei canali (ad oggi i corsi d’acqua non sono ancora stati puliti) e la gestione delle acque contenute nelle varie dighe.
La situazione di emergenza sembra essersi dileguata insieme al ritiro delle acque nei giorni successivi all’evento, nessun autorità competente si è mossa successivamente per poter evitare futuri eventi.
E questo dimostra un’altra volta che il detto “la storia insegna” non è affatto vero.
Elena Zullo
No responses yet