La serie tanto amata “L’amica Geniale”, firmata Elena Ferrante, non solo ha intrigato per il mistero che aleggia attorno alla scrittrice ma anche per l’enorme successo di questa serie che accompagna la tv italiana ed internazionale dal 2018, giungendo, il 27 Febbraio, alla conclusione del terzo capitolo intitolato “Storia di chi fugge e di chi resta”!
Scopriamo insieme, quindi, i fattori del suo successo.
La saggezza e abilità della Ferrante è mostrare il lato oscuro insito nelle nostre relazioni, apparentemente fatte di stima e lodi e che celano invece disprezzo e invidie anche fra rapporti di amicizia, che dovrebbero essere caratterizzati da rispetto e sostegno reciproco. Elena, infatti, ha sempre timore che l’acuta intelligenza di Lila possa sottrarle l’attenzione degli altri e non solo del loro antico rivale in amore Nino Sarratore. Infatti avrebbe voluto che la professoressa Galiani non invitasse a casa anche Lila e, come una sua ombra, le deve anche la trascrizione dell’articolo sulla testata l’Unità,il cui merito è dato dall’esposizione verso un pubblico più vasto e non nel suo contenuto, le cui parole furono argomentate dalla stessa Lila durante una riunione comunista sulla condizione degli operai in fabbrica.
L’ambientazione della terza stagione, che si colloca negli anni 70′, richiama i motivi ancora sofferenti e vivi dei nostri nonni che hanno vissuto il fascismo e dei nostri genitori che hanno vissuto l’era del risveglio sulla condizione femminile, demarcata dalle manifestazioni femministe. Questi due elementi sanno mescolare sapientemente una fascia più ampia di spettatori in famiglia, tra vecchia e nuova generazione.
Un tema, quello femminista, tuttora caldo nella fascia giovanile e che sta sempre più prendendo eco grazie alla sensibilizzazione verso la predilizione di letture con scrittrici femminili e di manifestazioni contro la violenza sulle donne. Il libro “La Divagazione” di Elena Greco infatti, non solo è rivoluzionario in quanto scritto da una donna ma perché ha introdotto la sfera sessuale nel suo romanzo, laddove questo non si addiceva a una signorina per bene. Tutt’oggi viene preso di mira chi desidera consapevolizzare il sesso sicuro. Ne sono esempio la serie Netflix “Sex education”, criticata dai politici di centro-destra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, e l’esplosione di pagine instagram come “My secret case” e “Clitoridea”, che forniscono informazioni e consigli utili sul mondo del sesso ma che sono state minacciate di chiudere per sempre.
I costanti litigi fra Elena e suo marito Pietro, a seguito della nascita della loro figlia Adele e sulla sua gestione nelle prime settimane di vita, fanno invece riflettere sull’importanza del carico mentale delle donne a dispetto del marito, che invece si occupa della sua carriera. Ne ha parlato molto bene la scrittrice Emma Clit nella Graphic Novel “Bastava chiedere-10 storie di femminismo quotidiano” e dell’importanza di suddividere i propri compiti domestici, che spesso ricadono unicamente sulle donne. Secondo l’INSEE, la riduzione del tempo che le donne impiegano nelle faccende domestiche dipende dalla delega alle tate. Soluzione adottata anche dai nostri neo-genitori, in quanto Elena si sente una schiava ma viene contrastata inizialmente da Pietro perché, da comunista, non accetta schiavizzare un’altra donna. Assumere delle tate, peró, non risolve il problema del congedo parentale, che in Italia dura attualmente 5 mesi, né responsabilizza gli uomini a essere più partecipi nel contesto familiare. Emma Clit suggerisce,in merito,di far crescere i propri figli senza stereotipi,per garantire loro un futuro più equo.
Inoltre, il tema scottante della pillola anticoncezionale, che rientrava come tabù dell’epoca in quanto prescritta solo a donne sposate per regolarizzare il ciclo e non per prevenire una gravidanza, richiama l’attuale desiderio di una donna di sentirsi riconosciuta per le sue competenze e non nel suo essere madre. Lo dimostra l’intento di Elena, senza riuscirci, di evitare una gravidanza per scrivere un secondo libro e di Lila che, dopo essere stata assunta dalla famiglia Solara come capo reparto nel nuovo IBM, guadagna più del suo compagno Enzo.
Ed è qui che entriamo nell’ultimo elemento che deve il successo di questa serie, ossia la camorra, quale male insito nei rioni e nei quartieri più poveri e che grazie alla serie “Gomorra”,tratta dai romanzi di Roberto Saviano, abbiamo imparato a conoscerla meglio. Attraverso il fascino del potere che soggioga anche le menti più ribelli come quelle di Lila, siamo trascinati a traslare la nostra aggressività con la visione di azioni violente, riportateci anche dalle numerose uccisioni a opera dei fascisti di alcuni abitanti del Rione.
Ma Lenù rappresenta la più alta realizzazione di storie di empowerment e di riscatto da una condizione precaria alla quale ispirarci e che richiama al contempo il mito americano che sospinge, con numerosi sacrifici, a raggiungere il successo e la felicità , in quanto diventa una giornalista e una scrittrice di successo e che ci infonde quindi coraggio a dispetto delle nostre iniziali condizioni. Ma dimostra anche quanto migliorarci possa avvenire a volte a caro prezzo, tormentati dai giudizi altrui e dalle ripromesse fatte a noi stessi, da un passato che pensavamo potessimo metterci alle spalle e dal fallimento che gli altri auspicano, sotto le vesti di una vita apparentemente perfetta.
Carmen Allocca
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