Il giovane attivista egiziano Patrick Zaki è finalmente tornato in libertà dopo una lunga battaglia legale e un’incarcerazione durata oltre due anni
La storia giudiziaria di Patrick Zaki è stata una serie di prove e tribolazioni che hanno catturato l’attenzione del mondo intero. Il giovane attivista è diventato simbolo della lotta per i diritti umani e la libertà di espressione in un sistema giudiziario spietato e oppressivo.
Ripercorriamo la tormentata vicenda
Chi è Patrick Zaki
Patrick Zaki è nato il 16 giugno 1991 a Mansura, in Egitto, da genitori di religione cristiana ortodossa copta. Ha conseguito la laurea in farmacia presso la German University del Cairo e successivamente ha ottenuto il dottorato presso l’Alma Mater di Bologna, completando un Master in Women’s and Gender Studies, con il prestigioso programma Gemma. Zaki è stato proclamato dottore con 110 e lode, qualche settimana fa, attraverso uno schermo perché non ha avuto il permesso di volare fino a Bologna.
Durante le elezioni presidenziali egiziane del 2018, Patrick Zaki si è distinto come uno degli organizzatori della campagna elettorale di Khaled Ali, un avvocato e attivista politico impegnato nella difesa dei diritti umani. Tuttavia, la candidatura di Khaled Ali è stata successivamente ritirata a causa del clima di intimidazione e dei numerosi arresti dei suoi collaboratori, denunciando così una situazione politica tesa e pericolosa.
Inoltre, Patrick ha fatto parte dell‘Egyptian Initiative for Personal Rights, un’associazione impegnata nella difesa dei diritti umani, con sede a Il Cairo.
Durante il suo periodo di studi in Italia Patrick, è emerso come un giovane brillante e appassionato. Ha partecipato attivamente a iniziative e organizzazioni studentesche dimostrando un forte impegno per il cambiamento sociale e la difesa delle voci emarginate. Per di più, Zaki ha svolto una ricerca riguardante le condizioni delle minoranze in Egitto, concentrandosi sui diritti delle donne e delle persone LGBT+. Il suo impegno per i diritti umani e la sua ricerca lo hanno portato a essere considerato un attivista nel suo paese d’origine.
L’arresto
Il 7 febbraio 2019, Patrick Zaki, è stato arrestato all’aeroporto de Il Cairo al suo ritorno in Egitto per trascorrere una breve vacanza con la famiglia.
Alle 4 del mattino, è stato catturato dagli agenti dei servizi segreti. Per un’intera giornata, nessuna notizia di lui è trapelata, lasciando familiari e mezzi d’informazione nell’angoscia dell’incertezza. Solo il 9 febbraio, l’Egyptian Initiative for Personal Rights ha diffuso la notizia del suo arresto, gettando ulteriore preoccupazione sulla sua situazione. L’attivista sarebbe stato picchiato e torturato con scosse elettriche.
Di cosa è stato accusato
Le autorità egiziane hanno accusato Patrick di reati che includevano “diffusione di false notizie” e “adesione a un gruppo terroristico”.
Già da tempo si temeva che utilizzassero tali accuse per reprimere le voci dissidenti e le critiche al governo. Patrick, un fervente sostenitore della libertà di espressione, era diventato un bersaglio proprio per questo impegno per i diritti umani.
Il processo
Durante le prime fasi del processo, la difesa di Patrick ha denunciato molte irregolarità, comprese violazioni dei diritti umani e cattive condizioni di detenzione. Tuttavia, nonostante il clamore internazionale per la sua liberazione, Patrick è rimasto in custodia.
Le udienze si sono susseguite, e il caso di Patrick ha continuato a ricevere attenzione globale. La comunità internazionale ha espresso solidarietà per il giovane attivista, chiedendo un processo giusto e la sua immediata liberazione. Organizzazioni per i diritti umani hanno fatto appello alle autorità egiziane affinché rispettassero i suoi diritti fondamentali e garantissero una procedura legale imparziale.
Ultima fase del processo
Il 18 luglio 2023 il tribunale di Mansoura ha condannato Patrick Zaki a tre anni di detenzione con false accuse in relazione al suo esercizio pacifico del diritto di espressione. Il verdetto definitivo e non soggetto ad appello.
La liberazione
Il 19 luglio, nemmeno 24 ore dopo la condanna per terrorismo da parte del suo Paese, il giovane neolaureato all’Alma Mater ha ottenuto la grazia dal presidente al-Sisi.
Il 20 luglio è uscito dal carcere, libero di volare verso la sua Bologna.
La storia giudiziaria di Patrick Zaki è un monito sulla necessità di continuare a sostenere i diritti umani e la libertà di espressione, soprattutto in paesi dove tali diritti sono minacciati.
Patrick Zaki è diventato un simbolo di speranza per coloro che lottano contro l’ingiustizia e una testimonianza della forza di volontà e della resilienza di coloro che osano difendere i principi fondamentali dei diritti umani. Il suo impegno e la sua lotta rimangono una fonte di ispirazione per tutti coloro che cercano un mondo più giusto e libero.
Loredana Zampano
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