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L’eolico nel savonese è un settore in continua crescita ed il 2024 è l’anno in cui associazioni regionali e provinciali, enti, comunità locali e singoli cittadini espongono la propria indignazione contro progetti dannosi ed inadatti all’ambiente in cui sorgeranno.

Primo progetto: Monte Cerchio

Il primo progetto eolico promosso da inizio anno riguarda una serie di pale eoliche (sette in tutto) sulle alture del Monte Cerchio, sul confine ligure-piemontese, collocato nei comuni di Cairo Montenotte, Cengio e Saliceto.

I problemi che preoccupano l’intera comunità riguarderebbero l’incremento di traffico pesante, la creazione di nuove strade e di opere temporanee – costruite per poi non essere più rimosse – che potrebbero causare rischi idrogeologici ed inoltre dei forti impatti sulla fauna e la flora locale.

Una delle pale eoliche del cantiere di Monte Cerchio sarà collocato nel punto più elevato dell’Alta Langa (a 900 metri slm), zona fortemente popolata dalla fauna locale e da quella migratoria.

Eolico senza vento

Un altro punto fondamentale analizzato riguarda la carenza di correnti e venti, necessarie per la creazione di energia elettrica. E quindi perchè avviare questo progetto?

Durante la costruzione dei primi parchi eolici liguri l’Università di Genova ha compiuto degli studi per valutare le caratteristiche delle zone in questione definendo infine che non esiste alcun parametro a favore del buon funzionamento degli impianti eolici. Tali studi analizzarono anche per i parchi la Cascinassa (di Cairo M.tte), le Rocche Bianche a Quiliano (SV), Naso di Gatto a Savona (SV), la Rocca di Pontinvrea (SV) e Cinque stelle a Stella (SV).

Gli studi hanno messo nero su bianco un dato riscontrabile tranquillamente osservando in qualsiasi giorno dell’anno i parchi eolici fin ora presenti sul territorio. La piena attività delle pale eoliche è riscontrabile solo nei giorni in cui è anomala la presenza di forti correnti, si parla quindi di eventi sporadici.

La comunità savonese si è mossa attraverso i sodalizi firmatari del comunicato stampa di opposizione, incaricandosi come proponenti della partecipazione degli stessi CER – Comunità Energetiche Rinnovabili a livello locale. La CER è garante di una modalità di produzione energetica rinnovabile con maggiore sostenibilità economica, ambientale e sociale, coinvolgendo anche le comunità locali che evitano la speculazione del privato e la sopraffazione sui luoghi e sulle collettività.

Tali movimenti in contrasto con quanto definito dal Ministero sono stati rinforzati dalla mancanza di dettagli precisi e veritieri circa l’impatto ambientale ove la fauna e la vegetazione potrebbero essere i primi a subire ingenti danni.

Il territorio savonese presenta un’ampissima collezione eolica che si svolge attraverso commesse con numeri a molteplici zeri a “favore della transizione energetica” e piani di azione che non presentano neppure l’ombra della minima cura, riflettendo la sola volontà di ottenere quell’incentivo e quel finanziamento.

Parco eolico Piccapietre con Fera Srl

Il secondo progetto nel cairese riguarda invece il parco eolico di Piccapietre proposto da Fera Srl. I primi dati fanno emergere il mancato rispetto dei limiti di emissioni acustiche arrecando danni – nuovamente – alla fauna ed in particolare a due specie di rapaci che attraversano il territorio in questione durante la loro migrazione, parliamo del biancone e falco pecchiaiolo.

Fera Srl a fronte delle critiche promosse dalla comunità ha stilato una lista di promesse che si impegnerà a mantenere per evitare ulteriori danni ambientali.
Questo succederà davvero o come la maggior parte della pratiche verranno archiviate senza svolgere prima i giusti controlli?

Elena Zullo

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