Nel febbraio 2022 la Guardia di Finanza genovese – GICO, Gruppo di Investigazione Criminalità Organizzata, – arrestò in flagrante, presso il terminal Psa di Genova Prà, quattro persone responsabili dell’arrivo di 444,50 chilogrammi di cocaina dal Brasile a bordo della nave MSC Adelaide.
La droga era stata camuffata all’interno di 14 borsoni che contenevano meno di una trentina di panetti di droga l’una, stipati all’interno di un container destinato al solo trasporto di caffè.
Il gesto iniziale che ha dato il via al primo arresto, è avvenuto nei confronti di un lavoratore della Culmv (Compagnia Unica Lavoratori Merci Varie) da parte della G.d.F., a seguito di un suo passo falso: l’uomo durante la notte precedente all’arresto aveva spostato il cassone contenente la merce bianca in un’area non inquadrata dalle telecamere. Non sembrerebbe responsabile dell’intera azione ma solo una pedina ingaggiata dalla criminalità organizzata per muovere più agevolmente il materiale.
Il procedimento penale lo aveva condannato a 10 anni di carcere in primo grado con rito abbreviato.
Il prossimo 4 luglio ci sarà il processo per il resto della squadra responsabile di questo reato definendo così la loro pena.
Non solo il reato di traffico di stupefacenti
L’indagine fu aperta in seguito alla morte di un marinaio trovato a bordo con una profonda ferita alla gola, le prime indagini definirono la volontarietà del gesto, nonostante l’arma del delitto, un coltello o simile ad esso, non sia stato ritrovato. Nelle prime ore dopo il fatto un collega denunciò di averlo tolto dalle mani del ragazzo appena lo aveva trovato.
Questo evento ha dato il via alla prosecuzione degli accertamenti da parte del procuratore Marco Zocco, per definire la possibilità di legami di infiltrazioni ‘ndranghetiste tra i porti calabresi e liguri in quanto il percorso della nave aveva toccato due porti spagnoli (Las Palmas e Valencia), quello di Gioia Tauro per finire infine a Genova.
Il procedimento penale
Il frutto della vendita della merce sequestrata sarebbe stato di 30 milioni di euro
La procura di Genova investiga dal 2013 per definire la complicità di alcuni lavoratori portuali con le organizzazioni di narcotrafficanti che importerebbero dal Sudamerica droga.
Nel corso degli ultimi anni sarebbero stati arrestati 6 portuali a seguito di lunghi controlli da parte della guardia di Finanza attraverso telecamere e controlli sul posto verificando spostamenti insoliti di container.
Armi e droga
Dal 2013 ad oggi sono stati identificate ed arrestate più di venti persone per detenzione e traffico internazionale di cocaina e armi (anche da guerra). L’operazione che ha definito questo risultato è stata denominata “Cook” con la collaborazione tra l’Arma genovese, quella di Como e di Reggio Calabria.
La Dda ha sequestrato innumerevoli beni, oltre a quelli sopra citati come: quote nominali di una società, un paio di veicoli, un conto corrente e un anello in oro bianco con diamante, dispositivi informatici, armi bianche e una pistola semiautomatica.
Elena.
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