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Remedios la bella è un bizzarro personaggio di “Cent’anni di solitudine”, romanzo di Gabriel García Márquez.Lo scrittore colombiano era un maestro nel delineare personaggi stravaganti e non comuni tanto da influenzare il gruppo modenese e farne diventare uno, in questo caso una, la protagonista di una loro canzone.

CENT’ANNI DI SOLITUDINE

Il famosissimo romanzo dell’autore latino americano parla della storia di 7 generazioni della famiglia Buendía, attraverso la quale si racconta una piccola parte di storia della Colombia. Si parte dalla fondazione della città immaginaria di Macondo, più o meno nel 1830, fino alla crisi economica post-bananiera del 1930, 100 anni appunto. Nel racconto sono presenti elementi magici che vengono racchiusi nella figura di Melquíades che funge da profeta per la famiglia. Affronta temi importanti come l’avvento della tecnologia fra popolazioni che non la conoscevano ma un tema ricorrente è la ciclicità del tempo con fatti e caratteristiche che si ripetono in tutto il romanzo. Il capostipite della famiglia José Arcadio Buendía ha due qualità predominanti: la forza fisica e la capacità riflessiva. Questi tratti verranno trasmessi alle generazioni posteriori. Il filo conduttore che lega la famiglia è la solitudine che culmina nella figura del vecchio colonnello Aureliano Buendía, ormai stanco delle lotte, si ritira nel suo laboratorio a fare e disfare pesciolini d’oro. Fra tutta questa desolazione e arretratezza non manca certo l’ironia, a volte macabra ma che riesce ad alleggerire i temi così densi che questo libro affronta.

IL PERSONAGGIO DI MÁRQUEZ

Un personaggio curioso su cui non ci si sofferma spesso è Remedios la Bella. Fa parte della quarta generazione dei Buendía figlia di Arcadio e Santa Sofia de la Piedad. È una figura non ordinaria che può generare tanto fascino quanto inquietudine. Fin da piccola era di una bellezza disarmante tanto che Ursula, la nonna, non le permetteva di uscire di casa senza indossare un velo. La ragazza era priva di malizia, oggi le si sarebbe potuto diagnosticare qualche malattia mentale poiché cresceva fisicamente ma non mentalmente. Viveva in un mondo tutto suo, allo stato brado rimase analfabeta e non mangiava con le posate, come se fosse un animale non addomesticabile. Non era minimamente interessata al sesso ma tutti gli uomini cadevano ai suoi piedi, alcuni morirono per averla. Remedios era inavvicinabile ed innocente proprio come una divinità. Forse per questo suo essere divina non morirà come tutti gli uomini ma ascenderà al cielo per non tornare mai più sulla terra.

LA CANZONE DEI MODENA CITY RAMBLERS

I Modena City Ramblers hanno dedicato una canzone a questo bizzarro personaggio. Il brano è contenuto in un album chiamato “Terra e Libertà” e contiene altre canzoni legate al romanzo di Márquez come “Macondo Express”, “Il ballo di Aureliano” o l’esplicita “Cent’anni di solitudine”. L’unico segno della sua fatalità nel testo potrebbe essere visto nella sua descrizione:

“E i suoi occhi di brace e i capelli d’argento illuminavano la notte antillante”

Occhi di brace che possono far ardere di passione un uomo fino ad ucciderlo. Potrebbe sembrare una “femme fatale” ma non è così. Non ha né una mente perversa né cinica, al contrario è pura nell’animo e forse è proprio questa sua purezza che attira gli uomini e diventa controproducente. Il gruppo si è soffermato soprattutto sulle caratteristiche soprannaturali di Remedios la Bella infatti il ritornello è incentrato sulla sua scalata verso il cielo, il posto in cui meritano di stare gli angeli e le divinità. La miseria della terra e i suoi abitanti infatti non la riguardavano. La magia del realismo magico si fa quasi miracolo.

Alessandra Cau

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