Nonostante l’improvviso scioglimento dei Canova, il frontman Matteo Mobrici continua ad incantare il suo pubblico con la brillantezza di sempre anche da solista e i due album negli ultimi tre anni testimoniano il feeling assoluto con la scrittura e la produzione musicale.
Il 2015 rappresenta per molti il punto di rottura tra quello che fino a quel momento era stato il circuito indipendente italiano e la musica cosiddetta mainstream.
Proprio mainstream è il titolo dell’album di Calcutta destinato a rompere questa barriera che negli anni si era fatta sempre più sottile, grazie soprattutto al singolo Cosa mi manchi a fare.
Negli anni successivi sempre più cantautori considerati minori fino a quel momento iniziano a prendere piede nelle classifiche italiane: i Thegiornalisti, Gazzelle, Coez, Franco126, Carl Brave, gli Ex-Otago e dopo qualche tempo anche i più giovani Canova, che al contrario degli altri si distinguono per una sfacciata chiarezza dei testi, melodie più orecchiabili e una voce, quella di Mobrici, particolarmente riconoscibile.
Il loro primo album Avete ragione tutti ottiene un ottimo successo, sostenuta dai singoli Vita Sociale, Threesome e Manzarek (che vanta anche la presenza dell’influencer Camihawke nel videoclip).
I Canova continuano la loro ascesa con il secondo album Vivi per sempre del 2019, ma a seguito del primo periodo Covid, con un album in uscita e un tour programmato (che non sarebbe poi stato possibile effettuare), nel Luglio 2020 annunciano il loro improvviso scioglimento.
Il 7 Maggio 2021 Mobrici pubblica il singolo La Fine, nel quale ripercorre i sentimenti provati subito dopo lo scioglimento della band, seguito dalla romantica nostalgia di 20100 e da un duetto d’eccezione con Brunori Sas in Povero Cuore.
Questi singoli lanciano il primo album solista di Mobrici, Anche le scimmie cadono dagli alberi.
Rispetto all’esperienza dei Canova, il disco appare musicalmente velato da una sorta di nostalgia che abbraccia tutte le canzoni e le influenze rock lasciano spazio ad un pop più introspettivo. Il fallimento è uno dei temi ricorrente in molti brani, come quello di 20100, nel quale il protagonista rimpiange di non aver fatto abbastanza per tenere insieme la propria relazione, passando per Tassisti della notte, che racconta la vita e immagina gli stati d’animo dei tassisti notturni, fino alla “brunoriana” Povero Cuore, che al contrario ci aiuta a liberarci dalle aspettative di qualunque sfera emotiva che il mondo ci trasmette.
Gli Anni di Cristo, uscito il 31 Marzo 2023, è un disco più aperto, ritmato, pubblicato a soli due anni dal primo con il quale condivide questo stile di Mobrici così diretto, chiaro all’ascolto, un pop quasi esasperato nella sua struttura classica, melodie di facile riproduzione per aiutare il pubblico ad immedesimarsi nel testo.
Amore mio dove sei è una dei diamanti di questo album e vede la collaborazione di Vasco Brondi, ma trova spazio anche Luna, omaggio a Rino Gaetano e alla sua Gianna, passando anche per una cover di Fabri Fibra e che sinceramente apprezzo di più, cantata con Fulminacci.
Tra le canzoni meno romantiche troviamo Figli del Futuro, una riflessione sulla possibilità di avere figli in questo periodo storico pieno di insicurezze.
Se da una parte è mia abitudine ricercare artisti che riescano a raccontare il mondo con parole sempre più alte, con immagini e associazioni sempre più ardite, riconosco in Mobrici l’innata capacità di cantare i sogni, i problemi (soprattutto quelli d’amore) e i disagi della nostra vita e in particolare della nostra generazione con un linguaggio accessibile e delle melodie che permettono al pubblico di avvicinarsi maggiormente al messaggio finale, facendo della semplicità la propria originalità.
Antonio Montecalvo
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