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Ti amo come un pazzo segna il ritorno di Mina con un nuovo album di inediti, al suo interno Un briciolo di allegria, cantata con Blanco.

Il duetto che non ti aspetti quello del giovane Blanco e di una delle cantanti italiane più grandi di sempre, Mina, ritirata dalla scena pubblica ormai dal lontano 23 Agosto 1978.
“Un briciolo di allegria”, scritta dallo stesso Blanco insieme a Michele Zocca, entra a far parte del nuovo disco di inediti della Tigre di Cremona e fornisce grande risonanza anche all’uscita del secondo album del giovane cantante bresciano, famoso per la vittoria di Sanremo nel 2022, nonché per il recente scandalo durante la promozione del singolo “L’isola delle rose” sul palco dell’Ariston lo scorso Febbraio.


Si torna dunque a parlare di Mina dopo qualche anno dal disco con Ivano Fossati e girando nel web l’accoglienza pare ottima, sia per il singolo con Blanco che ha indubbiamente il merito di riunire nella stessa scatola pubblico di età differenti, sia per gli inediti di “Ti amo come un pazzo”.
Nelle interviste rilasciate da Massimiliano Pani, figlio e curatore assoluto di tutto ciò che ruota intorno a Mina, si fa riferimento, come suggerisce il titolo, all’amore come filo conduttore del disco (come se fosse una cosa rivoluzionaria), ma si parla anche delle scelte e dei gusti di Mina che segue attentamente la scena contemporanea e soprattutto riceve e ascolta migliaia di brani inviati da giovani e meno giovani autori, dai quali lei stessa seleziona “i migliori” per poi inciderli.
Eccezione per Blanco, che bussa alla porta di Mina proponendole il duetto ormai a disco ultimato, ma accolto positivamente dalla cantante e registrato come ormai succede spesso, a distanza, sovraincidendo la propria voce.

Eliminiamo tutto ciò che è contorno, nonostante sempre più spesso esso risulti più importante del contenuto, stendiamo un telo nero davanti ai cantanti e prendiamo in oggetto solo l’essenza, il messaggio, l’atto artistico.

“In mezzo al viale, giocavo a pallone, Sulla strada sterrata, che mi ha cresciuto,
Dove il cielo è bordeaux, immerso nel verde, Dove Dio creó, distese di niente.”

Blanco e Mina si scambiano queste due frasi e capiamo subito che il pezzo non è frutto di un lavoro comune, non solo per gli effetti delle voci che non si sposano minimamente, la prima ben miscelata e la seconda troppo fuori dall’ambiente, ma in generale per una Mina che risulta un pesce fuor d’acqua.
Non una grave perdita questa prima strofa, che intendeva forse richiamare l’infanzia del protagonista, ma che non ha alcuna connessione narrativa con il resto del brano nel quale si racconta l’ennesima storia d’amore finita e suoi ricordi.
Ascoltiamo immediatamente il lungo e stantio ritornello, sperando in una seconda strofa che chiarisca meglio “la situazione”, salvo ricevere altre due frasi sconnesse:

“Tutte le offese che vuoi, non serviranno se puoi parlare con me,
Ed è difficile, saper distinguere l’amore dalla follia”

Altro ritornello identico e finale affidato a Mina che ha anche qualche problemino con la metrica dell’ultima frase.

Com’era prevedibile, una canzone del genere risulta fuori luogo anche nel contesto dell’album di Mina, estremamente classico per quanto riguarda testi e arrangiamenti.
Al netto di una produzione musicale un po’ grigia e di una Mina 83enne che al di là di una voce affaticata conserva una classe e una luce che riescono a salvare la situazione, ciò che scandalizza di più è la banalità della maggior parte dei testi.


In generale, ciò che ci si aspetta sarebbe potuto essere un lavoro composto da testi innovativi che potessero essere ulteriormente valorizzati da una produzione musicale fresca e dall’inconfondibile voce di Mina, invece la scelta è ricaduta su trame musicali legate ad un immaginario perlopiù anni ‘90 e da testi se da una parte di facile comprensione, dall’altra poveri di immagini forti, di visioni alternative. Anche l’amore, soprattutto nel 2023, può essere disegnato e raccontato in maniera molto più vera, più profonda e varia.

Antonio Montecalvo

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