Ricorre oggi, 28 giugno l’anniversario della nascita di Luigi Pirandello, avvenuta nel 1867 nell’attuale Agrigento
Sono trascorsi più di centocinquanta anni dalla nascita di Luigi Pirandello, uno degli autori più apprezzati e letti della letteratura italiana. Le sue opere continuano a sorprendere attraverso continue riflessioni che quasi sembra che il tempo non sia mai trascorso o continui a muoversi nello spazio lentamente.
Luigi Pirandello poeta, scrittore e drammaturgo, Premio Nobel per la letteratura nel 1934, nacque a Girgenti, il 28 giugno del 1867, ribattezzata Agrigento in epoca fascista.
La Poetica di Luigi Pirandello
Pirandello aderisce inizialmente al verismo, per poi distaccarsene successivamente. Egli infatti scopre che è impossibile riuscire a descrivere in maniera realistica un personaggio e una situazione, semplicemente perchè per ogni individuo non esiste una sola verità, ma tante verità quanti sono gli occhi di chi la interpreta. Come spiega in uno dei suoi romanzi più famosi, ognuno di noi è al tempo stesso:
- uno, perché crede di essere un individuo unico con caratteristiche particolari;
- centomila, perché ha tante maschere quante sono le persone che lo circondano;
- nessuno, perché la sua identità, frantumata in centomila immagini diverse, finisce con l’annullarsi.
La società, secondo Pirandello, impone all’uomo di indossare continuamente delle maschere, per poter essere quello che gli altri si aspettano da lui. Quando questo non avviene e un individuo esce dal ruolo che la società gli impone, allora viene visto come “folle”.
Ma che cos’è la follia?
Trovarsi davanti a un pazzo sapete che significa? Trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica di tutte le vostre costruzioni.
(Enrico IV)
Il tema della follia come ribellione ai ruoli che la società impone agli uomini è centrale nell’opera di Pirandello, toccato personalmente da questa forma di sofferenza (a causa della malattia della moglie). Secondo Pirandello, la follia consiste semplicemente nel togliersi la maschera per dire la verità. Ma questa scelta condanna all’emarginazione e alla solitudine. È questo il dramma dell’uomo pirandelliano: la società opprime l’individuo, ma fuori di essa è impossibile vivere. La follia, spesso, si manifesta improvvisamente nella vita grigia e monotona dei personaggi assolutamente “normali”. Per la società, la follia, rappresenta la spiegazione a comportamenti considerati inaccettabili, per chi la vive è invece un rifugio, l’unico modo per sottrarsi a una vita di cui ha percepito tutto l’orrore.
Comicità e umorismo
La contraddizione fondamentale, a cui si suol dare per causa principale il disaccordo che il sentimento e la meditazione scoprono o fra la vita reale e l’ideale umano o fra le nostre aspirazioni e le nostre debolezze e miserie, e per principale effetto quella tal perplessità tra il riso e il pianto.
(Saggio: “L’umorismo”)
Un altro tema centrale della poetica di Pirandello è l’umorismo; nel saggio così intitolato l’autore si serve di un famoso esempio per spiegare la differenza tra due concetti in apparenza simili: comicità e appunto umorismo.
Se pensiamo a una vecchia signora, con capelli tinti, truccata e vestita per sembrare una ragazza, all’inizio quella donna ci fa ridere, perchè è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Il comico, quindi, è “l’avvertimento del contrario”. Se però ci fermiamo a pensare a che quella signora si riduce cosí solo perché consapevole che gli anni della giovinezza sono passati e cerca, con quel trucco ridicolo, di sembrare ancora giovane e trattenere a sé l’amore del marito, allora il nostro riso si trasforma in un sorriso amaro e finiamo per sentire compassione per quella donna di cui all’inizio ridevamo. L’umorismo è dunque il “sentimento del contrario”, poiché nasce da una riflessione. Nell’umorismo c’è la consapevolezza che le debolezze degli altri sono anche le nostre.
Riflessione sulle profondità dell’animo umano
Hai mai pensato di andare via e non tornare mai più? Scappare e far perdere ogni tua traccia, per andare in un posto lontano e ricominciare a vivere, vivere una vita nuova, solo tua, vivere davvero. Ci hai mai pensato?
Pirandello ci insegna che anche nel caos, nel disordine, nella marginalità, in tutto quello che apparentemente sembra insidiare le nostre certezze, risiede una meraviglia inattesa e inaspettata, una ricchezza asfissiata dai nostri pregiudizi e dalle nostre paure. C’è un fondamento più profondo da cogliere, un insegnamento eterno e inestimabile: la finzione può urlare delle verità che la realtà non può nemmeno mormorare. E la follia, tuttavia, è solo una normalità che non riusciamo a contornare, ma che sogniamo di toccare, di raggiungere.
Loredana Zampano
One response
E’ folle chi consapevolmente vive nella finzione ( maschera ), chi inganna se stesso e gli altri, famiglia compresa. Ancora più folle, coloro che convincono e sostengono la persona a vivere nella finzione
( maschera ), per mantenere inalterato il ruolo nella società ed ancor peggio nella famiglia: ruolo di moglie, marito, padre, madre, figli.
Troppe identità perse nel nulla, nell’oblio dell’apparenza, nel nullo vuoto legiferato dalla stupidità umana.