149.477 è il numero di cittadini stranieri residenti in Puglia. A dirlo è il Dossier statistico immigrazione 2024, presentato a Bari pochi giorni fa nella sede della Cigl regionale. Il 30% di questi risiede nella provincia del capoluogo e, più in generale, i pugliesi “d’adozione” rappresentano il 3,8% della popolazione che abita il tacco d’Italia.

Un quadro simile non può che aprire qualche crepa in tutto quel complesso di luoghi comuni, supportati da pigrizia nella conoscenza ed ignoranza che purtroppo alberga in molte coscienze.

Puglia come “locomotiva”: ecco perché

Partiamo da un assunto non di rado rispolverato dai governanti di turno a Roma; la Puglia viene definita “la Lombardia del Sud”, una sorta di locomotiva economica che traina tutto il Mezzogiorno. Una definizione che trova, tutto sommato, riscontro nei fatti anche se non si può dire lo stesso indistintamente dal Gargano in giù.

Resta la constatazione felice di una regione che, specie nell’ultimo decennio, è cresciuta in maniera esponenziale e che ha catturato l’attenzione tanto in Italia quanto all’estero. Bene, questi meriti non vanno attribuiti soltanto a chi in questa regione è nato e cresciuto. Occhio, a tal proposito, ad un altro dato davvero interessante; 22.146 sono le imprese pugliesi guidate da cittadini stranieri, il 53% delle quali attive nel settore commerciale.

Ergo, la Puglia sta diventando un territorio che guarda al futuro e che questo domani vuole costruirlo. Un modello d’avanguardia assunto non solo da una parte d’Italia ma dall’intera penisola. Sfatando un altro triste mito, la regione definita “Terra Promessa” da Federico II di Svevia sgretola le sicurezze dei caporali considerando pienamente lo straniero come un’opportunità di crescita.

Estendendo il discorso e rafforzando il concetto di cui sopra, si pensi che sul totale degli immigrati residenti in Puglia ben il 18,4% è costituito da minori. In una fase storica particolarmente critica per lo Stivale, anche sotto l’aspetto demografico, forse è l’ora di accantonare la massima “aiutiamoli a casa loro” perché sono proprio loro a poter dare a noi una grande mano.

Felice Marcantonio

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