Nel nostro ordinamento ci sono ancora famiglie di serie B. Negli ultimi giorni le istituzioni italiane hanno preso diversi provvedimenti per contrastare il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali
Penalizzare Milano per “educare” gli altri
Il Comune di Milano ha interrotto le trascrizioni dei genitori non biologici negli atti di nascita di bambini con due padri o due madri.
Il sindaco Beppe Sala aveva iniziato questa pratica a fine luglio per intervenire contro l’inerzia della politica nazionale.
Tuttavia, il motivo della sospensione arriva dopo una circolare del prefetto di Milano, scritta su indicazione del ministero dell’Interno, che chiede ai sindaci di interrompere le registrazioni all’anagrafe. Inoltre, nel documento diffuso lo scorso 10 marzo, il prefetto Renato Saccone ha fatto leva sulla legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, consentita solo a coppie formate da persone di sesso diverso.
A fronte di questo richiamo, Sala si è visto costretto a procedere in tal senso. A non poter essere più riconosciuti saranno dunque i minori figli di due padri che hanno fatto ricorso, ove consentito, alla maternità surrogata e ai minori figli di due madri che si sono affidate alla procreazione assistita all’estero e che abbiano partorito in Italia. La misura non colpisce i minori partoriti da due madri all’estero in quanto tutelati dalle sentenze della Cassazione.
La magra consolazione è che le trascrizioni effettuate finora resteranno valide.
In quello che è il suo primo provvedimento in materia di diritti civili, il governo Meloni è andato a sottrarre ulteriori tutele, impoverendo il Paese nei sentimenti. Sostenitore dell’autonomia locale, colpisce uno dei Comuni più progressista sulla tutela dei diritti civili dei minori, discriminando molteplici famiglie milanesi.
Dopo anni di retorica del “ci sono cose più importanti dei diritti civili”, il centrodestra sta utilizzando tale espediente per distogliere l’attenzione da questioni di ordine pubblico.
Un problema pratico per i figli
Oltre alla circolare del Viminale, la maggioranza ha bocciato, nella commissione Politiche europee del Senato, la proposta di regolamento dell’Unione Europea per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie omossessuali e l’adozione di un certificato europeo di filiazione.
Il mancato riconoscimento dei genitori non biologici è un problema pratico per i figli. Ciò nasce dal fatto che in Italia si è sprovvisti di una legge che garantisca in questi casi l’esercizio della genitorialità sul proprio figlio. La Corte costituzionale ha più volte chiesto alla politica nazionale di intervenire per colmare questo vuoto, ma è stata ignorata.
Queste decisioni però ricadono sui bambini che vengono privati legalmente di un genitore. Nella pratica, infatti, tutti i minori che rientrano nei casi elencati potranno essere riconosciuti come figli di un solo genitore, venendo così esclusi da tutti i diritti civili, sociali e patrimoniali, compreso l’affidamento o l’eredità.
La discriminazione che deriva da questa misura è duplice, sia nei confronti dei minori, sia dei genitori non ufficiali.
L’alternativa al riconoscimento immediato dei genitori non biologici dei bambini è la stepchild adoption, con cui si può adottare il proprio figlio. Ma si tratta di un percorso molto lento e tortuoso.
In diecimila a Milano manifestano
Oltre diecimila persone si sono ritrovate a manifestare: “giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie”, titolo del raduno indetto dall’associazione Famiglie arcobaleno, dai Sentinelli e dall’Arcigay.
Cori e canti, palloncini e colori, in tanti hanno chiesto che i diritti dei bambini siano uguali per tutti, senza discriminazioni tra famiglie tradizionali e omogenitoriali.
Al raduno hanno partecipato anche la segretaria del Pd, Elly Schlein e il sindaco di Milano Sala che ha parlato dal palco, confermando che questa diventerà una sua battaglia politica con il governo.
“Ci stiamo già muovendo” ha commentato Schlein a margine della manifestazione. “La legge è stata preparata e scritta insieme alle associazioni, alle famiglie Arcobaleno e alla rete Lenford. Saremo al loro fianco come in piazza anche in Parlamento. È già stata presentata e spingeremo perché sia presto calendarizzata”.
Infine, continua: “dobbiamo convincere questo governo che le discriminazioni non hanno portato mai a un avanzamento della società. La società più sicura è quella più inclusiva, che non discrimina, che non lascia indietro nessuno e nessuna. Non c’è alcuna ragione di negare il loro riconoscimento, il loro diritto all’esistenza in questa comunità”.
Durante la manifestazione sono state impugnate delle penne e innalzate al cielo, simbolo di tutte le firme, di tutte le autorizzazioni e di tutti i documenti che per un genitore sono la normalità ma che per un genitore non riconosciuto diventano decine e decine di ostacoli.
Chiara Vitone
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