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Si chiama Chiara Trevisan, è torinese e il suo mestiere è quello di leggere libri a sconosciuti per strada, anche se lei preferisce definirsi una “lettrice vis-à-vis” – o artista di strada libera – .

Un termine che racchiude la sua arte di connettersi personalmente con chi incontra, scegliendo e condividendo con loro un brano che risuoni nel profondo.

Con poche domande, riesce a individuare il brano che più li rappresenta, trovando il pezzo che meglio rispecchia la loro personalità o il momento che stanno vivendo. È un’arte delicata, quella di capire quale pagina possa parlare direttamente a qualcuno, rivelando emozioni o riflessioni che forse nemmeno si sapevano di avere.

La si può incontrare in qualsiasi angolo del mondo, perché il suo cammino non ha confini. Se ne avrete la fortuna, non lasciatevela scappare: un incontro con Chiara Trevisan è un’opportunità unica, un momento che potrebbe cambiare la vostra giornata, o forse anche qualcosa di più!

Ho avuto il piacere di intervistarla telefonicamente e l’esperienza è stata davvero unica e arricchente. Un’occasione speciale per entrare nel suo mondo e comprendere più a fondo la sua straordinaria arte di lettura “vis-à-vis”.

Chiara parliamo di come è nata la tua passione per la letteratura…

Mi è stata inculcata fin da piccola dai miei genitori. In casa nostra si parlava continuamente di libri, e questa passione è diventata parte integrante della mia crescita.

Il tuo romanzo preferito?

Sicuramente “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams.

Questo romanzo è un intreccio di verità profonde, che riescono a toccare aspetti diversi della vita e dell’animo umano.

Parliamo di una tua giornata tipo…

Non ho una giornata che si possa definire una “giornata tipo”.

Il mio lavoro è composto da diverse attività che si intrecciano tra loro.

Gestisco i social, scrivo i miei spettacoli, mi reco nelle piazze per leggere ai passanti…

Tutto questo ovviamente quando non sono impegnata con i vari festival in giro per il mondo.

Com’è nata questa tua idea di “leggere per lavorare” ?

Lavorando nel teatro di figura dal 2002 ho accumulato molta esperienza di interazione con il pubblico.

Ho quindi messo insieme nel creare questo progetto il mio amore per la letteratura e tutta questa esperienza accumulata con le persone.

Volevo vedere come sarebbe stato accolto tutto ciò ed ho intrapreso questa nuova avventura dal 2011.

Certo all’inizio non è stato molto semplice, perché la gente tende ad avere un po’ di “diffidenza” nel confronti di una buffa signora con un salottino in uno spazio pubblico e un carretto pieno di libri…

Ma è una diffidenza solo iniziale. Basta avvicinarsi per cambiare idea.

Il posto che hai visitato e che ti è rimasto più nel cuore?

Ho girato molti luoghi dell’Italia e dell’Europa grazie al mio lavoro da artista itinerante, ma sicuramente uno dei miei “posti del cuore” è il “Festival della letteratura” di Mantova – il più grande festival letterario italiano n.d.r – .

Un altro luogo che porto nel cuore è Palermo e il suo festival di arti di strada.

Ultima domanda, c’è qualche messaggio che vuoi lasciare ai nostri lettori?

Vorrei invitarli ad essere meno diffidenti e a considerare l’arte di strada un lavoro.

Purtroppo tutt’oggi ci sono molti preconcetti sugli artisti di strada.

Molti ci vedono come degli accattoni, dei poveracci…

Non è così!

C’è molto lavoro e molto studio dietro le performance che proponiamo…

Avvicinatevi per credere!

Concludiamo questa piacevole chiacchierata con Chiara, consigliandovi di guardare il documentario Tanto di cappello” ( qui potete vedere il trailer:https://www.youtube.com/watch?v=I6HeHxHzFOk&ab_channel=LacumbiaFilm ) a cui ha contribuito.

Credetemi, l’arte di strada è un’espressione straordinaria e gli artisti che la praticano vanno davvero rispettati.

Federica Leonardi

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