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L’inizio nel 2020 di una seconda vita artistica per il cantautore toscano, senza dimenticare il progetto Baustelle

La scia del rinnovamento in ambito artistico non ha veri protagonisti, è una forza impercettibile che si apprezza nel lungo periodo e che non sempre arriva alla destinazione che ci si aspetta. 
Il cantautorato italiano sta vivendo da qualche anno una fase di svecchiamento nelle tematiche e nel linguaggio, nelle scelte musicali e pubblicitarie, come sempre in questi casi condivisibili o meno. In tal senso, La Voce del Sud ha dimostrato più volte una certa attenzione nei confronti di questa nuova spinta musicale sottolineando l’attività di alcuni protagonisti, da Colapesce e Dimartino fino a La Rappresentante di Lista.
All’interno di un movimento ritengo che il “genio” sia colui che più di altri segna una strada rispetto ai propri contemporanei, una figura che crea un cortocircuito virtuoso e diventa riferimento costante per le nuove generazioni pur evolvendosi negli anni come è normale (e giusto) che sia. 

 
Nell’anno in cui colui che scrive questo articolo ha appena compiuto 3 anni di vita, i Baustelle pubblicano il loro Sussidiario Illustrato della Giovinezza (album che ancora influenza una buona fetta di artisti) e una piccola parte dell’Italia conosce la giovane mente creativa del leader Francesco Bianconi. 
I Baustelle portano avanti tutt’ora la loro carriera musicale creando musica che supera le normali definizioni di genere o stile, reinventandosi ad ogni album grazie ad un trio ormai consolidato e aperto a idee sempre nuove. 

 
Vorrei tuttavia focalizzare l’attenzione sulla storia recente di Francesco Bianconi e della sua carriera solista, iniziata ufficialmente con l’album Forever, pubblicato il 16 Ottobre 2020 e prodotto da Amedeo Pace. 
Ho avuto la fortuna di essere a Bologna tre giorni dopo l’uscita dell’album e ascoltare dal vivo la presentazione nella quale Bianconi chiarisce da subito come il lavoro solista sia semplicemente parallelo a quello dei Baustelle e iniziato in un certo senso già tempo prima con la sua partecipazione come autore e cantante per altri artisti e scrittore di romanzi (Il regno animale, La resurrezione della carne, editi da Mondadori). 
Francesco Bianconi è autore di due singoli come Bruci la città e La cometa di Halley, portati al successo da Irene Grandi (è possibile ascoltarle dallo stesso Bianconi nell’album Accade del 2022), oltre a scrivere per Gianna Nannini, Anna Oxa, Noemi e Paola Turci. 
 
Forever è un titolo che lascia aperte varie interpretazioni, indubbiamente è un disco che ha le carte in regola per rimanere un prodotto valido nel tempo, al di sopra delle mode e del tempo per via del suo DNA internazionale e la sua costruzione essenziale di testo e musica.
Atipico per vari aspetti; dal punto di vista commerciale uscire con il proprio esordio solista durante una pandemia è una scelta masochista, per di più a ottobre, senza possibilità di una tournée invernale, ma lo stesso Bianconi racconta che in realtà l’uscita fosse prevista per aprile e ovviamente le tracce fossero pronte dall’anno prima.
Persino il videoclip del singolo L’abisso è stato girato in maniera quasi amatoriale, tramite delle lenti colorate montate sullo smartphone di Bianconi e un successivo lavoro di editing. 
Nonostante la forte impronta “Bianconiana”  la realizzazione tecnica è un lavoro in realtà molto corale, poiché Bianconi si avvale di ben due pianisti, Michele Fedrigotti di estrazione classica, già collaboratore tra gli altri di Battiato, De Gregori, Guccini e Morricone alternato a Doveman, pianista e produttore americano. 
Insieme a loro il Balanescu Quartet, quartetto d’archi da sempre vicino a contaminazioni pop e jazz e Mirco Mariani, cantante e polistrumentista della band romagnola Extraliscio. 
Ogni collaboratore contribuisce con una piccola parte di sé stesso al prodotto finale, dieci tracce paragonabili a brani di musica da camera, arricchiti talvolta da piccoli interventi di synth o strumenti a fiato che rimangono sullo sfondo e aiutano ad arricchire e differenziare un prodotto che (non è questo il caso) rischierebbe altrimenti di risultare monotono dal punto di vista strumentale. 
Totalmente assenti le percussioni, il ritmo è scandito essenzialmente dal pianoforte e soprattutto dalla voce di Bianconi, che alterna sapientemente uno stile declamato ad uno più tradizionale.
 
L’album si apre con i due singoli usciti in precedenza, Il bene e L’abisso, nei quali Bianconi indaga i pensieri più profondi che ci attanagliano e lo fa in prima persona, senza ergersi a narratore o peggio, a giudice, ma al contrario coinvolgendosi direttamente nella riflessione. 
La parte centrale del disco verte su duetti di assoluto valore, a partire da quello con Rufus Wainwright, famoso in Italia per la partecipazione da ospite internazionale al Festival di Sanremo accompagnata da polemiche e proteste dei cosiddetti papaboys (cui dedicherò probabilmente un approfondimento in futuro) cui Bianconi cuce alla perfezione Andante, ricompensato dall’eccellente prestazione (in italiano) dell’artista naturalizzato canadese. 
A seguire Go!, eseguita con KAZO, cantante giapponese e voce dei Blonde Redhead, nonché moglie del produttore Amedeo Pace. 
L’apice musicale e della ricerca del taglio internazionale di Forever è indubbiamente Fàika Llìl Wnhàr, eseguita in lingua araba da Bianconi e dalla cantante franco-marocchina Hindi Zahra, in cui per la prima volta il pianoforte viene messo in secondo piano e personalmente non convince totalmente l’arrangiamento del quartetto d’archi. 
Nel terzo singolo, Certi uomini, Bianconi dimostra nuovamente di sapersi muovere attraverso vari registri linguistici e il testo risulta diretto, scritto quasi di pancia, salvo poi aprirsi in una riflessione su ciò che muove davvero le nostre vite. 
Desta sicuramente scalpore un frammento che critica senza troppi giri di parole il mondo musicale odierno “I cantanti ucciderebbero per apparire / in un programma in televisione / dove i discografici morti della Warner, della Universal e della Sony / poi gli pubblicano la canzone”.  
Per dovere di cronaca, i Baustelle vengono prodotti dalla Warner. 
 
In questa primavera 2022 Francesco Bianconi ha portato in tour le canzoni dell’album Forever e del suo secondo lavoro, Accade, omaggio al cantautorato italiano che più ha influenzato la sua carriera e la sua scrittura, in mezzo al quale trova spazio persino una cover di ciò che più lontano esiste dal mondo del cantautore toscano, molto gradita ai più giovani, La Playa di Baby K, in una versione che di certo non ne migliora la qualità del testo, ma che sicuramente sottolinea la grande capacità interpretativa di Bianconi e la sua apertura a nuove esperienze musicali, come i duetti più recenti con Malika Ayane e la struggente Ciao, incisa in due versioni, italiano e francese, con la cantante e musicista francese Clio.

Antonio Montecalvo

“Il bene” Primo singolo estratto dall’album Forever
“Ciao” singolo del 2022 (versione in italiano)

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