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Prospetto di un’Italia che cambia

A detta di molti, se non dello stesso conduttore Amadeus, questa edizione del Festival è stata “dei giovani”. Nulla di più vero, considerando che più della metà dei concorrenti appartengono a una generazione nata tra gli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio oppure, se più vecchia, emersa in un periodo storico in cui i fruitori erano per forza nati nei  Novanta. Con le dovute eccezioni.

Questa kermesse, eccezioni comprese, ha visto il proprio acme sul podio, dove ai primi tre posti erano presenti tre generazioni diverse: quella dei nonni, rappresentati da Gianni Morandi, quella degli ormai padri rappresentati da Elisa e quella dei figli con a capo Blanco e Mahmood.

Dopo attimi di esitazioni, pronostici e Fantasanremo, già dalla prima serata era chiaro quale fosse l’orientamento del gusto collettivo, sarà per una tendenza o semplicemente per soluzioni armoniche che funzionerebbero in ogni caso, e il podio ne è stata la naturale prosecuzione. E, alla fine, ha vinto la generazione che ha cantato e inserito nelle storie di Instagram “Brividi”, che di fatto non solo rispetta la tradizione sanremese ma anche la sensibilità attuale in tema di sound, chissà che il gusto italiano non trionfi anche all’Eurovision come è stato per il rock dei Maneskin. Vedremo.

Quel che è certo è che, checché se ne dica, l’Italia sta cambiando, se non proprio il mondo. Che sia l’inizio di una nuova “rivoluzione giovanile”? La Storia risponderà.

Premettiamo che, al di là dei gusti personali, ogni brano ascoltato ha in sé degli elementi vincenti, ma non ne possiamo parlare qui. Oggi parliamo dei due vincitori.

QUALCHE NOTIZIA BIOGRAFICA

Mahmood (Alessandro Mahmoud), classe 1992 e Blanco (Riccardo Fabbriconi), nato nel 2003, sono entrambi rapper nonché cantautori, vincitori insieme del 72esimo Festiva di Sanremo.

In coppia sul palco dell’Ariston i due artisti hanno raggiunto il podio, suscitando l’approvazione del pubblico, della stampa, e riscosso in poco tempo già un notevole successo. Il brano “Brividi” ha raggiunto in poco tempo, dopo appena un giorno dall’uscita del video ufficiale, milioni di visualizzazioni e scalato tutte le classifiche musicali; un record già raggiunto dalla prima serata del Festival, al primissimo ascolto della canzone.

MA CHI SONO QUESTI DUE CANTANTI?

Mahmood nel corso della sua carriera vince per la seconda volta il Festival di Sanremo, ricordiamo la sua precedente partecipazione nell’anno 2019 con il brano “Soldi” , il quale rappresentò poi il culmine del suo successo futuro, stesso anno in cui partecipa all’Eurovision Song Contest.

Mahmood è autore di moltissime canzoni e ha duettato con cantanti quali : Elisa, Marracash, Gue pequeno, Fabri Fibra, Michele Bravi e Blanco e ha sempre dimostrato di essere non solo un bravissimo cantante, ma un compositore e autore di notevole spessore.

I suoi testi sono sempre ricchi di parole profonde e significative e descrivono realtà e sentimenti nel modo più coerente e chiaro possibile.

Mahmood nasce a Milano, studia e canta sin da piccolo, impara a suonare strumenti musicali come il pianoforte, e il suo intento è quello di far conoscere la sua storia attraverso le sue canzoni, senza alcun filtro. Debutta nel 2012 a XFactor e subito al termine di quest’esperienza si dedica alla scrittura e produzione dei suoi brani. Oltre alle due vittorie riportate a Sanremo , Mahmood , nel 2016, partecipò al Festival nella categoria delle nuove proposte, anche qui aggiudicandosi il primo posto. Raggiunge 100milioni di streaming, di cui 39 milioni provenienti dall’estero, un grande artista destinato a una grande carriera.

Parte del pubblico probabilmente avrà conosciuto Blanco proprio grazie alla partecipazione a Sanremo al fianco di Mahmood, ma questo giovanissimo rapper ha esordito già nel 2020 su Sound Cloud, servizio musicale svedese che permette ai musicisti di promuovere la proprio musica , ed è proprio qui che Blanco fu notato dalla Universal Music, la quale gli propose subito un contratto discografico.

Blanco è sin da piccolo appassionato alla musica, ascolta Battisti, Dalla e Daniele, per poi pian piano, durante la sua adolescenza, avvicinarsi al mondo dell’hip hop.

“Notti in bianco” è la hit che nel 2021 si aggiudica il secondo posto della Top Singoli, fino ad arrivare primo nella classifica dei singoli italiani con “La canzone nostra” , brano creato in collaborazione con il rapper Salmo.

Nel febbraio dello stesso anno esce “Paraocchi” , anch’esso considerato tra i brani più famosi del cantante, riscuotendo sempre più consensi da parte del pubblico , al punto tale da raggiungere milioni di visualizzazioni e dischi d’oro con i singoli “Mi fai impazzire” e “Blu celeste”, quest’ultimo pubblicato lo scorso settembre , periodo che apre la strada al successo di questo giovane cantante.

Blanco, il cui tour è già completamente sold out, rappresenta la nuova generazione dimostrando una mentalità moderna , aperta e fresca, caratteristiche che solo un giovane fuoriclasse come lui potrebbe rappresentare al meglio.

Blanco vince Sanremo 2022, e questo evento non può che rappresentare un punto di partenza molto alto nel mondo della musica per questo nuovo artista.

Detto questo, è giunto il momento di approfondire il testo del brano vincente, scendendo nello specifico, che non guasta mai.

“Brividi”: i segreti del brano vincitore di Sanremo 2022

Un amore totalizzante, quello raccontato da Blanco e Mahmood, tanto da impregnare la mente dell’innamorato anche in quei momenti dediti al riposo. Infatti, la canzone racconta di un dialogo tra due innamorati avvenuta in una dimensione sovrannaturale: quella del sogno. Questo scambio di battute, però, è riportato da un solo punto di vista, ossia quello di colui che addossa a sé tutta la responsabilità di un rapporto doloroso e, forse, giunto al capolinea poiché incapace di resistere alla paura e all’abbandono. Questi due sentimenti sono generati dall’incapacità di comunicare il proprio amore all’altra persona, tanto che questa comprende di non essere più amata. L’ inabilità di non saper dimostrare l’amore e la percezione di non essere amati genera una forte incomprensione che sfocia in un dialogo puro, spontaneo e sincero in cui l’amante si sveste e rimane «nudo con i brividi». Questa intimità è la situazione adatta per ammettere che «a volte non so esprimermi», per questo «Per un “ti amo” ho mischiato droghe e lacrime». Tale ammissione, frutto di una profonda insofferenza e di una spiccata maturità, comporta la possibilità di perdere l’unica persona a cui si tiene, l’altra metà del “noi” in quanto coppia. È dall’eventualità della perdita che nascono i «brividi», che non sono nient’altro che la somatizzazione della paura, del timore. Difatti, il termine deriva dal latino ‘breve’ per il rattrappirsi delle membra quando fa freddo o quando si è soggetti ad un’intesa e forte emozione come la paura.

Tutto il ritornello è costruito con l’utilizzo del condizionale (ti vorrei amare, ti vorrei rubare, pagherei, accetterei) perché è l’unico espediente per comunicare la volontà di poter e voler fare qualcosa, che è compromessa dall’incapacità e dall’impossibilità di agire e di muoversi. Questa strofa, costruita come una lunga elencazione di ciò che l’innamorato vorrebbe fare e – poi – non fa, culmina con la mancanza di azione poiché vorrebbe «rubare un cielo di perle» e pagherebbe «per andar via», ma resta lì. Sebbene la canzone sia il dialogo di una coppia. Non viene mai utilizzato il pronome “noi” bensì si ha una netta distinzione fra “io” e “tu”: io che «vorrei amarti ma sbaglio sempre», tu che «scappi da qui, mi lasci così». Questa netta differenziazione fra i due (che non si riconoscono mai in un “noi”, ma solo nella loro individualità) serve a chiarire le azioni e le intenzioni dell’uno e dell’altro: se l’io sembra vittima della sua incapacità di comunicare e dimostrare l’amore, il tu è protagonista di una delle strofe più ricche sul piano retorico.

Tu, che mi svegli il mattino
Tu, che sporchi il letto di vino
Tu, che mi mordi la pelle
Con i tuoi occhi da vipera
E tu, sei il contrario di un angelo
E tu, sei come un pugile all’angolo
E tu scappi da qui, mi lasci così

Questa è caratterizzata dall’uso di un’anafora del pronome persone “tu” che viene interrotta e poi ripresa alla stessa maniera con l’aggiunta della congiunzione il cui compito è quello di reiterare l’atteggiamento dell’altra metà della coppia. In questa strofa, l’“io” descrive il “tu” attraverso diverse figure retoriche quali la sinestesia (mi mordi la pelle con i tuoi occhi da vipera), con la litote (sei il contrario di un angelo), e con una similitudine (tu sei come un pugile all’angolo).                                                    

Il successo di questa canzone, al di là dell’aspetto metrico e retorico, è dato dal modo in cui i due cantanti hanno dato voce ad una storia che accomuna tutti: a chi non è capitato di dire «vorrei amarti ma sbaglio sempre»?

Dario Del Viscio

Giusy Pannone

Isabella Cassetti

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