Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) ha recentemente chiesto all’Unione Europea di fare di più per proteggere i giornalisti in tutta Europa.
Secondo il CPJ, l’Europa è infatti diventata sempre più pericolosa negli ultimi anni, con un aumento degli attacchi e delle minacce. Inoltre, sono state lamentate inefficienze nell’operato delle politiche europee in periodi delicati, come nel caso del Covid-19, quando i governi hanno preso totalmente il controllo dell’informazione.
Ma che cos’è il CPJ?
Il CPJ (Committee to Protect Journalists) è un’organizzazione internazionale non governativa senza scopo di lucro fondata nel 1981 per difendere la libertà di stampa in tutto il mondo e proteggere i giornalisti dai pericoli legati alla loro professione. È membro fondatore di “World Press Freedom Index”.
Il CPJ monitora e documenta gli attacchi ai giornalisti in tutto il mondo, fornendo analisi e dati sulle tendenze della violenza contro i media. L’organizzazione si impegna a sensibilizzare l’opinione pubblica, i governi e le organizzazioni internazionali sui pericoli a cui sono esposti i giornalisti e a promuovere azioni concrete per proteggere la loro sicurezza e libertà di espressione.
Tra le sue attività principali vi è, inoltre, la pubblicazione dei rapporti annuali sulla situazione della libertà di stampa in tutto il mondo.
Lo scorso anno, infatti, vi avevamo riportato la situazione registrata e la posizione italiana nella classifica mondiale.
I dati riportati dal CPJ mostrano che ci sono molti giornalisti che vivono sotto scorta a causa di minacce di morte o di aggressioni precedenti. Secondo quanto riporta “Fondazione Nazionale Stampa Italiana”, l’Italia risulterebbe essere addirittura il primo stato in Europa per numero di giornalisti sotto scorta. Tutto ciò, ovviamente, non rassicura.
L’informazione libera rende un Paese altrettanto libero, ma richiede supporto, protezione.
Proprio a tal proposito il CPJ ha sottolineato che la libertà di stampa e di espressione sono diritti fondamentali e che l’UE dovrebbe fare di più per garantirli.
La richiesta del CPJ all’Unione Europea di fare di più per proteggere i giornalisti è fondamentale per garantire la libertà di stampa e di espressione. L’UE dovrebbe prendere sul serio questa richiesta e fare il possibile per garantire che i giornalisti in Europa siano al sicuro mentre svolgono il loro lavoro. E non solo…
La situazione in Italia
Il World Press Freedom Index ha registrato un cambiamento nella posizione dell’Italia nell’ultimo anno. Secondo il rapporto del 3 maggio 2023 l’Italia pare essere passata alla 41esima posizione (su 180 paesi valutati), dunque risalendo così di ben 17 posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno. Eppure ciò non soddisfa pienamente.
Il rapporto del WPFI aveva evidenziato già negli anni precedenti alcune preoccupazioni riguardanti la libertà di stampa in Italia, in particolare riguardo alla concentrazione dei media nelle mani di pochi gruppi, alla diffusa diffamazione online dei giornalisti e alle minacce e aggressioni subite da questi mentre fanno il loro lavoro. In particolare viene denunciata la minaccia per il giornalismo da parte della criminalità organizzata e di gruppi estremisti.
Tuttavia, il rapporto ha anche riconosciuto alcuni sviluppi positivi come abbiamo visto. Con la sua attuale posizione infatti il nostro Paese supera addirittura gli Stati Uniti, al 45esimo dunque. Inoltre, l’Italia rimane di forte tradizione giornalistica e con numerosi media indipendenti e di qualità.
Comunque, il World Press Freedom Index ha evidenziato la necessità di proteggere e rafforzare la libertà di stampa in Italia, affinché i giornalisti possano continuare a svolgere il loro importante lavoro di informazione e controllo democratico senza rischiare la loro sicurezza o la loro indipendenza.
Carmela Fusco
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