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Illustrazione di Ilaria Longobardi (dallamiap.arte)

Cosa un intellettuale non dovrebbe fare?
Cosa mi rende poco credibile come appassionata di cultura?
Cos’è la cultura senza il basso?

Noi, donne che amiamo la cultura e non siamo riservate, Noi donne vittime di quell’ignorante sessismo che ci vende come corpi, talvolta colti, ma mai liberi.
Il corpo “discreto” è un oggetto come il corpo disinibito quando diviene imposizione, definizione, quando circoscrive e non libera.
La donna intellettuale non si espone, non si trucca, non indossa abiti di un determinato tipo.

Perché non posso rompere la figura dell’intellettuale per farne un’altra?
Perché non posso essere molteplice?
Perché la mia parola alta è condizionata dal mio essere inevitabilmente anche basso?
Rivendico il diritto alla molteplicità, al basso, alla credibilità e al rispetto anche se non sono conforme.
Il mio pensiero è libero, il mio corpo è libero. Non voglio scegliere, voglio manifestarmi, invertire, cambiare.

Il corpo di donna è lo stesso quando espone, si trucca, o dice.
Merita credibilità quando parla di Hegel, merita rispetto quando si specchia.

Martina Pellec

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