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Lotta d’amore e solidarietà nel cuore di Napoli, un luogo per fare politica, attività sociali, sport, arte e cultura

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Nel ventre di Napoli, al civico 128 di Via Vittorio Imbriani a Materdei, c’è uno spazio aperto alla città, un gruppo di “pazzi” che raccoglie insieme parole come riscatto, passione, inclusione, senso di appartenenza e ne fa fatti.

La storia del collettivo “Je so pazz”, è una di quelle fatte di coraggio e libertà, di persone comuni che ogni giorno lavorano, si impegnano e cercano di dare voce al popolo. Come cantava Pino Daniele, in un mondo dove la normalità è fatta da precarietà, disoccupazione, ingiustizie, discriminazioni razziali e di genere, c’è bisogno di prendere parola, organizzarsi, allearsi e dichiararsi “pazzi” per costruire dal basso una possibilità, un’alternativa allo sconfortante mondo grigio che quotidianamente ci sveglia.

Svoltando la salita di Salvator Rosa, la struttura è riconoscibile dal primo sguardo: un gigantesco murales dipinto dallo Street artist “Blu”, padroneggia le pareti di un settecentesco palazzo fatiscente. Si tratta di un omone verde che sembra si stia liberando dalle manette e dall’uniforme a strisce bianche e nere, tipica dei carcerati di Alcatraz.  Blu, ha cercato di rappresentare il significato legato alla realtà della struttura stessa su cui è dipinto.

MA COME E’ NATO L’EX OPG “JE SO PAZZ”, COSA HA RAPPRESENTATO E COSA RAPPRESENTA?

Prima di diventare bene comune, l’ex opg “je so pazz”, era un luogo segnato da oppressione, autorità e reclusione.

L’edificio ha ospitato, fino ai primi anni del 2000, l’ospedale psichiatrico giudiziario di Sant’Eframo, adibito a struttura carceraria, ricavata dalle mura antiche di un vecchio monastero del 1600. Chiuso definitivamente nel 2008, giaceva in uno stato di degrado e di completo abbandono, senza alcun progetto di recupero o riqualificazione urbana.

Nel marzo del 2015, un gruppo di studenti universitari, insieme agli abitanti del quartiere, occupa la struttura denunciando le condizioni di degrado e cercando di recuperare alcune zone interne, trasformando quello che per secoli era stato un luogo di pena e di sofferenza in un posto più vivo e colorato, accogliente e aperto a tutti.

Dal 2016, l’ex opg “je so pazz” è rientrato nella delibera 466 del giugno 2016 concepita dall’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, diventando bene comune ad uso civico e collettivo del Comune di Napoli.

LE MILLE ATTIVITA’ DELL’ EX OPG OCCUPATO – JE SO’ PAZZO

Oggi l’ex opg è animato da una comunità aperta, orizzontale ed inclusiva che rifiuta ogni forma di sessismo, fascismo, sfruttamento, emarginazione e razzismo.

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Chi autogoverna il bene comune si dedica tutti i giorni alla cura e alla rigenerazione degli spazi dell’ex ospedale psichiatrico e all’organizzazione delle attività di carattere educativo, culturale e sociale che vengono svolte all’interno. Negli anni centinaia sono stati i progetti tra spettacoli, festival artistici, presentazioni di libri, concerti e tanto altro.

Rilevante è ricordare l’iniziativa intrapresa durante questo periodo di emergenza Covid-19. L’ex Opg “Je so pazz” ha sentito il bisogno di essere vicino a chi è più in difficoltà, dando una mano agli “ultimi”, attivandosi nel concreto e mattendo in piedi una raccolta fondi – Attiviamo la Solidarietà– sostenuta anche dal gruppo musicale “I Foja”, attraverso l’inedito “Nunn’è ancora Fernuta”. L’opera continua ancora nel 2022, con il banco popolare alimentare “Sanacore“organizzato con amore dagli attivisti.

Nello spazio convivono attività eterogenee, con vocazione culturale, sociale, lavorativa e sportiva. All’interno della struttura si trovano infatti un teatro, una palestra popolare, una mensa sociale, spazi di lavoro condiviso, una biblioteca, aule studio, un archivio, la stanza dei violini, un doposcuola sociale che si dedica agli adolescenti del quartiere, un teatro, un giardino dove ogni giorno giocano e si incontrano bambini e ragazzi di ogni età, uno sportello medico popolare, con medici volontari che periodicamente si occupano di fornire informazioni e consigli di prevenzione. Di fondamentale importanza è l’istituzione della Camera Popolare del Lavoro che sostiene lavoratori e migranti che ogni giorno sono costretti a combattere con il lavoro a nero. Il centro accoglie non solo abitanti di Napoli ma anche tanti extracomunitari.

L’ex Opg -Je so pazz- è il centro sociale dalle mille attività, un posto pieno di vita che è ripartito dal coraggio. I ragazzi saranno pure “pazzi”, ma di certo convinti di riuscire, insieme e uniti, a rivoluzionare Napoli e non solo, accompagnati dal motto: “Se la normalità sono il degrado e l’abbandono allora je so pazz” .

Loredana Zampano

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