Il 25 settembre i cittadini italiani sono chiamati a eleggere il nuovo Parlamento, a seguito della crisi che ha portato alla caduta del governo guidato da Mario Draghi.
Quest’anno però ci sono due significative differenze: la prima è che, a seguito della riforma costituzionale del 2020, il numero dei parlamentari è stato drasticamente ridotto: da 630 a 400 per la Camera, e da 315 a 200 per il Senato.
La seconda, invece, riguarda l’estensione del diritto di voto al Senato per le persone che hanno compiuto il diciottesimo anno di età, e non più 25.
Quella che entrerà in vigore sarà la XIX legislatura della storia della Repubblica, nonché la seconda volta che si voterà con la legge elettorale Rosato (il c.d. Rosatellum).
Le leggi elettorali sono in grado di influenzare fortemente le elezioni. In base al sistema con cui operano, pochi voti in più possono assicurare ai partiti e alle coalizioni una forte maggioranza, oppure condurli all’ingovernabilità.
Come funziona la legge elettorale Rosato
Tendenzialmente, tutti i sistemi elettorali si ispirano a due metodi per l’assegnazione dei seggi: il proporzionale e il maggioritario.
- Con il sistema maggioritario, chi ottiene un voto in più degli altri ottiene la maggioranza dei seggi in Parlamento.
- Con il sistema proporzionale, un partito ottiene una percentuale di seggi in Parlamento sulla base dei voti presi alle elezioni.
il Rosatellum è un sistema misto.
Il 37% dei seggi delle due Camere del Parlamento (147 alla Camera e 74 al Senato) viene attribuito in base al sistema maggioritario a turno unico, in altrettanti collegi uninominali. Dunque, in ogni collegio è eletto il candidato più votato.
Il 61% (245 seggi alla Camera e 122 al Senato) vengono invece ripartiti secondo un sistema proporzionale, ossia divisi tra i partiti a seconda dei risultati percentuali ottenuti alle urne. I seggi vengono ripartiti proporzionalmente tra le coalizioni e le singole liste che hanno superato le soglie di sbarramento nazionali: il 3% per le liste singole, il 10% per le coalizioni.
Il 2% è riservato, invece, alla circoscrizione Estero.
Guida al voto
Una volta entrati nel seggio, vengono ricevute due schede di colore diverso, una gialla per il Senato e una rosa per la Camera. Ciascuna di esse sarà composta da riquadri rettangolari con sopra indicato il nome del candidato uninominale. Per esprimere il voto, l’elettore può tracciare una “X”:
- o sul contrassegno della lista, il voto si estende anche al candidato uninominale
- o solo sul candidato uninominale, estendendo il voto anche alla lista
Se il candidato uninominale è collegato a più liste in coalizione, il voto sarà ripartito tra le liste in proporzione ai loro voti ottenuti nel collegio.
Chiaramente non è possibile il voto disgiunto, quindi non si potrà indicare un nome all’uninominale e poi scegliere una lista che è in un’altra coalizione.
Le elezioni per gli italiani all’estero
Per gli italiani all’estero, per motivi di studio, lavoro o cure mediche, è prevista una specifica disciplina: i 4 senatori e gli 8 deputati sono eletti con metodo proporzionale in un’apposita circoscrizione. Gli elettori potranno esprimere le loro scelte per corrispondenza.
Per i cittadini residenti all’estero, invece, è necessaria l’iscrizione all’apposita anagrafe, Aire. Solo in questo modo i consolati potranno inviare loro le schede per il voto per via postale.
Diverso è, purtroppo, per chi si trova in un altro comune italiano rispetto a quello di residenza, a cominciare dai fuorisede: sono, infatti, costretti a tornare a casa per poter votare. Il che comporta a rinunciare, soprattutto per via dei costi degli spostamenti.
Gli schieramenti di quest’anno
I principali schieramenti sono quattro.
A sinistra, si presenta Unione popolare (leader Luigi De Magistris), lista composta da Democrazia e Autonomia, Potere al Popolo!, Rifondazione Comunista, la componente parlamentare ManifestA ed altre organizzazioni.
Una coalizione di centro-sinistra è invece formata da una lista unitaria di Sinistra Italiana e Verdi (leader Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli), dal Partito democratico (Enrico Letta) e da +Europa (Emma Bonino), assieme a Impegno Civico (Luigi Di Maio). Poi c’è il Movimento 5 stelle guidato dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Al centro è composto da una lista che comprende Azione (Carlo Calenda) e Italia Viva (Matteo Renzi).
Mentre il centro-destra è rappresentato da una coalizione composta da Forza Italia (Silvio Berlusconi), Lega (Matteo Salvini) e Fratelli d’Italia (Giorgia Meloni).
Chiara Vitone
One response
Da quest’anno i giovani hanno potere decisionale anche per la camera del senato, sperando che non si lasciano trasportare dal forte partito dell’astensionismo e soprattutto non seguono i sondaggi, scegliendo i favoriti. E se così fosse, considerato la forte probabilità delle due ipotesi: ” Povera patria”, che fine faranno quelle poche battaglie vinte?