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Il regime talebano in Afghanistan ha imposto nuove limitazioni che portano la donna a non essere più inquadrata naturalmente come essere umano bensì come “oggetto utile” per la procreazione, la soddisfazione dei bisogni sessuali degli uomini e per lo svolgimento dei compiti domestici.

Le nuove norme impongono la prigionia femminile e l’omissione di qualsiasi forma di libertà, anche se non è corretto parlare di omissioni o limitazioni, bensì di un vero e proprio crimine verso, nello specifico, il genere femminile, ma che si estende anche nei confronti del resto della popolazione afgana.

Quali sono le restrizioni per le donne?

  • Divieto di svolgere lavori all’esterno delle mura domestiche / balconi di casa. Il permesso di lavorare in alcuni ospedali di Kabul spetta ad ALCUNE donne che svolgono la professione di medico, infermiera o insegnante. È d’obbligo che le abitazioni abbiano i vetri delle finestre oscurati per fare in modo che dall’esterno le donne non possano essere viste.
  • Divieto assoluto di uscire di casa se non accompagnate da mahram (parente stretto).
  • Divieto di trattare acquisti con persone di sesso maschile.
  • Divieto di studiare in scuole, università. Gli istituti femminili sono infatti stati convertiti in seminari religiosi. La restrizione è indirizzata a chi ha più di 12 anni.
  • Obbligo di indossare burqa (da capo a piedi). I vestiti indossati non devono comunque avere dei colori vivaci in quanto sono considerati “colori sessualmente provocanti”. Tutto questo per non destare tentazione, come se non fosse “compito” dell’uomo gestire questo suo desiderio. Inoltre sotto il burqa è vietato l’uso di pantaloni larghi.
  • Se non si rispettano le regole relative all’essere accompagnate da mahram o l’indossare gli abiti imposti, come sanzione possono ricevere frustate, percosse o invettiva verbale.
  • Frustate in pubblico se vengono mostrate le caviglie.
  • Lapidazione in pubblico se le donne vengono accusate di relazioni al di fuori del matrimonio – ANCHE IN CASO DI STUPRO.
  • Divieto di uso di cosmetici. A molte donne sono state MOZZATE LE DITA per via dello smalto.
  • Divieto di parlare o di dare la mano a uomini diversi da un mahram.
  • Divieto di ridere ad alta voce. Questo perché secondo loro nessun estraneo deve conoscere la voce di una donna. Non è quindi permesso loro di cantare o recitare poesie.
  • Divieto di portare i tacchi, per via del suono che emettono. Un uomo non deve sentire i passi di una donna. Questo punto è sconcertante come molti altri perché rende intollerabile anche il passaggio della donna nello spazio in cui è presente un uomo.
  • Divieto di apparire in radio, televisione o in qualsiasi tipo di incontro pubblico. Sono vietate anche le fotografie ed i filmati.
  • Divieto di praticare qualsiasi tipo di sport (divieto già presente).
  • Divieto di andare in motocicletta, bicicletta anche in caso di presenza di mahram.
  • Divieto di incontrarsi in occasioni di festa o per scopi ricreativi.
  • Tutti i luoghi che presentavano nel nome la parola donna o suoi sinonimi sono stati modificati (giardino delle donne = giardino di primavera).
  • Divieto per gli uomini sarti di prendere le misure dei corpi delle donne.
  • Divieto dell’uso di bagni pubblici.
  • Divieto stampare su giornali e libri foto di donne e di appendere a muri di casa o negozi foto in cui vengono raffigurate delle donne.
  • Le donne possono viaggiare su appositi autobus destinati al solo trasporto di donne (viene indicato sopra il mezzo la dicitura “per sole donne” ma il tranello sta nel fatto che esse devono essere comunque accompagnate da mahram, per cui è negato loro l’accesso a mezzi pubblici).

Ci sono anche ulteriori restrizioni estese all’intera popolazione afgana

  • Divieto di ascoltare la musica
  • Divieto di guardare film, televisione e video.
  • Vietate tutte le feste che non siano di carattere islamico (es. Capodanno)
  • Abolito il giorno del lavoro (1° maggio) perché festa comunista,
  • Tutti i nomi non islamici sono stati cambiati in nomi islamici.
  • I giovani islamici sono stati obbligati a tagliarsi i capelli e a farsi crescere la barba secondo precise indicazioni.
  • Gli uomini devono indossare abiti islamici e relativo copricapo.
  • Sono imposte le cinque preghiere giornaliere.
  • È vietato tenere piccioni o giocare con uccelli perché non è un comportamento di carattere islamico.
  • È vietato il gioco dell’aquilone.
  • Gli spettatori sportivi possono esclamare la sola affermazione “allah-o-akbar” (Dio è grande) oppure astenersi dall’applaudire.
  • Possedere libri proibiti ha come punizione la morte.
  • L’istruzione è concessa solo con indosso il turbante.
  • Chi non è di religione islamica deve indossare un contrassegno giallo per essere distinti, nulla di più uguale al periodo nazista.
  • È vietato qualsiasi comportamento omosessuale punibile con la morte, gioco d’azzardo, combattimento tra animali
  • È vietato l’uso di internet.

Questa serie di norme contro la libertà sono definite dal Governo talebano per promuovere la virtù e prevenire il vizio, proprio come definito dal titolo dello stesso provvedimento.

La maggior parte dei comportamenti sopra indicati sono già in vigore da tempo, ma la promulgazione serve per rafforzare il già stretto controllo sulla popolazione.

Le proteste femminili

Da marzo a giugno sono state contate più di 90 proteste guidate da donne contro questo sistema ma la controparte per sedare le manifestazioni hanno usato armi da fuoco, idranti e pistole stordenti. Le proteste si sono quindi spostate sul web, cosa che ad oggi non sarà più possibile.

L’impossibilità di istruzione lega le mani e le menti di queste donne che hanno il diritto ed il dovere di istruirsi per far crescere il proprio Paese e la propria comunità in un ambiente sicuro.

Sono infatti aumentati drasticamente i matrimoni precoci e forzati, alimentando le violenze di genere ed i femmicidi (impuniti). Il tasso di suicidi si è esponenzialmente elevato.

L’unica traccia di sostegno alle sopravvissute di violenza si è sgretolato con l’ingresso del nuovo Governo.

Non c’è un dettaglio di questa narrazione che non faccia venire la pelle d’oca. Sembra che si parli di un universo distante e opposto al nostro, dove la lotta per ottenere i nostri diritti ha mille diramazioni, dalle più generiche a quelle più specifiche, ed invece tutto questo avviene a esattamente cinque ore di aereo dalle nostre calde case.

Elena Zullo

One response

  1. Mi stupisco del silenzio del mondo occidentale compresa la civilistica America…è le femministe????sembrerebbe la narrazione di un film da incubo…

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