Da bambini ciò che ancora non capiamo del mondo che ci circonda proviamo a farcelo raccontare dai nostri genitori o dai nostri nonni, nella speranza che questi possano svelarci l’arcano. Ci sono però domande che ci facciamo anche da adulti la cui risposta è spesso difficile da trovare, sia dentro di noi che attraverso delucidazioni altrui.
Un dubbio “amletico” che assale i cittadini di Foggia e provincia riguarda l’aeroporto “Gino Lisa”. Salvo brevi parentesi, infatti, non è ancora ben chiaro a cosa realmente serva questo impianto. Per cercare di capirci qualcosa in merito ad una classica vicenda tragicomica “all’italiana”, proviamo innanzitutto a ripercorrere le vicende storiche dell’aeroporto in questione, tra pochi attimi di “luce” e tanti altri di “buio”.
LE ORIGINI DEL “GINO LISA”
Entrato in funzione nel 1915, l’aeroporto di Foggia fungeva esclusivamente da base militare; dapprima per l’addestramento dei soldati italiani ed americani e successivamente parte di un complesso aeroportuale di 32 scali presenti nella provincia durante la Seconda Guerra Mondiale. In piena Resistenza il “Gino Lisa” fu una base per gli alleati che pian piano stavano risalendo la penisola.
I PRIMI VOLI CIVILI E I PRIMI TRAVAGLI
Ritrovata la pace, ricostruita l’Italia e travolti dal boom economico degli anni Sessanta, gli amministratori locali elaborarono un nuovo piano da destinare alla struttura. Si pensò, nella fattispecie, di utilizzare l’aeroporto di Foggia per i servizi di linea commerciali prima e poi, dal 1971, per necessità più propriamente “turistiche” con l’attivazione di un volo diretto con Roma-Fiumicino. Da quel momento ogni giorno erano presenti due voli che collegavano il capoluogo dauno alla capitale, ma ciò durò poco, più precisamente quattro soli anni. Nel ’75, infatti, le difficoltà di mantenimento dei costi fecero cessare i voli.
LA FRAGILE RIPRESA
Passeranno ben 14 anni prima di tornare a vedere aerei di linea alzarsi da Foggia e di conseguenza atterrarvi. Siamo agli inizi del 1989 quando la compagnia “Aliblu Airways” decise di riprendere i voli per Fiumicino ma la gioia ritrovata durò come quelle vane illusioni di felicità: un attimo. Anzi, per restare nel linguaggio inerente alla materia, un soffio di vento. L’anno dopo, la compagnia aerea in questione venne acquisita da un’altra società concorrente cessando così la sua attività su Foggia. Inizia da qui un periodo molto instabile per l’aeroporto “Gino Lisa”; una fase costellata da continui tentativi che puntualmente andranno a vuoto e che faranno sembrare l’impianto, per analogia, una bella ragazza che si affida ad una serie di sciagurati spasimanti. Il primo tra questi sarà “Alidaunia” che pensò di collegare Foggia prima con Milano-Malpensa e poi con Parma (siamo tra gli inizi e la metà degli anni Novanta). In quegli stessi anni, anche “International Flying Services” provò a conquistare il “cuore” dell’aeroporto, ma con scarso successo. All’improvviso, poi, come animato da un moto d’orgoglio misto a stupore quantomai tardivo, entrò in scena il Comune di Foggia, impegnandosi come promotore del riavvio dei voli di linea a mo’ di coloro i quali hanno scoperto l’esistenza dell’ignoto. In realtà, quando soprattutto un politico decide di muoversi non lo fa mai per caso. C’è sempre un tornaconto personale dietro iniziative lodevoli di facciata. In questo caso l’occasione era il Giubileo del 2000 che avrebbe attirato a Roma migliaia e migliaia di fedeli. Si pensò allora di dirottare una parte dei turisti che avrebbero visitato la capitale e più in generale il Bel Paese proprio verso i luoghi di culto del foggiano. Per essere all’altezza del compito, vennero create una società privata per l’esercizio dello scalo e la compagnia aerea “Federico II Airways”. Nonostante l’insigne nome, l’azienda non fu all’altezza delle aspettative anche, o forse soprattutto, per la latitante competenza dei suoi dirigenti che, mossi da smanie di grandezza, declamarono preludi di magnificenza e finirono in una spirale di pessimismo cosmico prosciugando le casse della società.
CHI GETTA LA SPUGNA E CHI PROVA A RACCOGLIERLA
Negli anni a venire, diverse compagnie provarono a scommettere sul rilancio del “Gino Lisa” incontrando tuttavia difficoltà insormontabili di varia natura (problemi operativi, grane economiche). Ci fu anche chi pensò ad un ridimensionamento dell’attività ad appannaggio esclusivo dei voli su domanda. Nel 2008, poi, arrivò una nuova “primavera”, non solo atmosferica, con l’inaugurazione di nuove tratte sia verso il Nord che verso il Sud Italia grazie a “Myair”. La rinascita durò giusto qualche mese in più della primavera così come il calendario comanda. La compagnia di riferimento fallì e stessa sorte ebbe la successiva, tanto che dalle parti di Foggia è verosimile che qualcuno, magari più superstizioso, abbia pensato ad una specie di malocchio che attanagliava l’aeroporto. I tentativi del secondo decennio degli anni Duemila risultarono piuttosto arditi, fuori mercato.
DALLA RESA AD UN NUOVO INIZIO (SI SPERA)
A fronte di congiunture “astrali-economico-politiche” sfavorevoli, anche la Regione Puglia (fino a quel momento assente ingiustificata) si espresse circa la cessazione definitiva dei voli civili da e per Foggia. Dal 2011, in effetti, nessun turista o uomo d’affari ha più messo piede nel “Gino Lisa”, diventato quasi un luogo di interesse meramente storico-architettonico. Eppure, in questi anni di silenzio tombale qualcosa intorno all’aeroporto si è mosso. La presidenza Vendola sbloccò nel 2012 fondi da destinare a lavori di allungamento della pista. Con i tempi della burocrazia italiana, bisogna ritenersi fortunati visto che la macchina operativa si è messa in moto nel 2019 completando il proprio compito nel 2021. Sono passati “solo” nove anni dall’idea alla sua applicazione; una specie di miracolo se si considera che in altre parti d’Italia c’è chi aspetta da anni che gli venga tirata su una nuova casa (che in una classifica di priorità ha indubbiamente la precedenza).
Oggi, il “Gino Lisa” prende spunto da colui che gli ha dato il nome, ovvero un aviatore ed ufficiale medagliato alla memoria nel corso del primo conflitto mondiale, e prova a scaldare di nuovo i motori, come ha annunciato solo poche settimane fa il presidente del comitato “Vola Gino Lisa”, Sergio Venturino, dopo l’incontro avuto in Regione Puglia con il vicepresidente della giunta, Raffaele Piemontese, il quale ha annunciato il rilancio estivo dell’aeroporto.
L’auspicio è di non imbatterci nel solito piatto “tutto fumo e niente arrosto”. La bella stagione 2022 non dovrà essere il punto d’inizio e contemporaneamente il preludio alla fine dell’ennesima esperienza nata storta. Bensì l’origine di una storia duratura che renda orgoglioso il popolo foggiano e che permetta a questi ultimi di essere in grado di spiegare finalmente a sé stessi e agli altri cos’è il “Gino Lisa” di Foggia.
Felice Marcantonio
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