Gianluca Vialli non ce l’ha fatta. Nel giorno dell’Epifania la “manifestazione” è stata funesta. Il grande campione di calcio si è spento all’età di 58 anni a Londra, sua seconda casa, dopo aver combattuto a denti stretti contro un male più forte di lui.
Chi è stato Gianluca Vialli
E dire che con le scarpette chiodate il ragazzo di Cremona di sfide ne ha vinte parecchie, dalla provincia fino ai grandi palcoscenici nazionali, europei ed intercontinentali. Di ruolo attaccante, ha saputo evolvere il concetto del ruolo grazie ad una innata e sopraffina classe, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “StradiVialli” dal mitico Gianni Brera, quasi che il pallone condotto dai suoi piedi emanasse una lieta melodia.
In carriera, per chi non lo sapesse, Vialli ha vinto praticamente tutto, divertendo e facendo divertire prima col suo amico di una vita, Roberto Mancini, in quella Samp tricolore nel 1991 (unica volta nella sua storia) e poi alla Juventus con la conquista nel ’96 dell'”ossessione” bianconera, la Champions League, alzata al cielo da capitano.
In effetti, i gradi di comandante se li è meritati tutti Vialli nel corso della sua carriera poi intrecciata con la vita. Un leader che non aveva bisogno di sbraitare, di alzare la voce, ma che si imponeva grazie alla misura del linguaggio e all’eleganza nel comportamento.
Il 2021 è stato l’anno in cui il destino ha scelto di donargli l’ultimo grande regalo; è l’11 luglio quando a Wembley la Nazionale italiana si laurea campione d’Europa dopo 53 anni d’astinenza. In panchina due capitani veri: Roberto Mancini e Gianluca Vialli. Loro che per gli strani intrecci esistenziali da giocatori su quel campo persero una finale europea in maglia Doria. Loro che stretti in un abbraccio fraterno salirono sul tetto del Vecchio Continente assieme ad un’intera nazione che in quei due signori trovava l’esempio compiuto della vita, basata sulla fratellanza indissolubile tra gli uomini.
Cosa ci lascia
Ci piace ricordarlo esattamente così Gianluca Vialli, festante e sorridente come in quella notte d’estate. Una magra consolazione che ricerchiamo sempre quando si palesano giorni tristi come questo.
Se è vero, però, che “gli uomini passano e le idee restano“, allora Vialli lo porteremo per sempre dentro di noi, custodendo il suo insegnamento massimo sulla felicità espressa in questi termini: “Il segreto per essere felici sta nel non darsi mai delle arie, nell’ascoltare di più e parlare di meno. Nel migliorare ogni giorno, nell’aiutare gli altri”.
Grazie di esistere, ancora, CAMPIONE.
Felice Marcantonio
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Non sei riuscito a sconfiggere questo maledetto male. Però, sono sicuro, lo hai intimidito con il tuo sorriso, la tua educazione, i tuoi dribbling, le tue sforbiciate. Lo hai reso più umano, e il tuo invito a non arrendersi mai, assume il sapore di una vittoria. Non ci arrenderemo mai, arriverà il giorno che la scienza, a gamba tesa, gli farà un grosso sgambetto. E il var non se ne accorgerà, oppure farà finta di non aver visto. Sei stato il campione che univa le tifoserie, cosa che, solo i veri campioni sanno fare. Tanti ricordi da grande tifoso, e soprattutto sei stato l’ultimo capitano ad alzare al cielo quella coppa carogna, maledetta. Ciao Gianluca, ti sono grato per tutte le volte che mi hai fatto emozionare. Grazie