Chat gpt è il nuovo chatbot pronto a rivoluzionare il mondo dell’informazione online in tutto il mondo. Sviluppato da Open AI e addestrato su un database di circa 570 Gigabyte di dati testuali, è giunto sulle nostre piattaforme già con la sua quarta versione. In grado di creare canzoni, poesie, articoli, sta dando filo da torcere a professori, copywriter ed editori. Eppure anche chat gpt ha i suoi limiti: i dati sono fermi al 2021 e non è in grado di fornire opinioni. Inoltre, non può rispondere a domande di ordine etico e morale, che possano danneggiare sé stessi o l’altro. Tra i detrattori Elon Musk, che si dichiara spaventato dai progressi di questa Ai.
Google rilascia “Bard”
La potenza di Chat gpt non ha lasciato indifferenti uno dei colossi dei motori di ricerca, Google. Dallo scorso Marzo, infatti, Chat gpt ha un nuovo rivale, il servizio di intelligenza artificiale “Bard”, operativo negli Usa e nel Regno unito. L’amministratore delegato Google Pichai ha affermato: “Bard può essere un trampolino di lancio per la curiosità e uno sbocco per la creativitá”. Il che è un paradosso visto che per l’ennesima volta si delega un compito di ricerca ad un’Ai privando il piacere stesso della curiosità. Non contento, Pichai ha deciso di lanciare sul mercato “Palm”, Pathways Language Model, maggiormente efficiente negli ambiti della matematica e della logica.
Il ban in Italia
E mentre da oltreoceano Chat gpt sembrava un fenomeno incontrastato, ecco la notizia shock: Chat gpt non sarà più accessibile dall’Italia. Ma al contrario di quanto si creda, non è stato il garante della privacy a sospendere il servizio, bensì ha interrotto il trattamento ai dati. Chat gpt, temendo una multa stimata 10 mila euro, ha sospeso il servizio. Tuttavia non c’è nessuna ordinanza restrittiva nel collegarsi ad un Vpn di un’altra nazione. Inoltre è ancora attivo in tutte le altre nazioni europee.
Chat gpt, quali rischi per i professionisti?
La testata “Il foglio” ha ben deciso di utilizzare per 30 giorni Chat gpt lanciando una sfida ai lettori: individuare l’articolo “artificiale” in cambio di un abbonamento. Per la testata “Il foglio” tale intelligenza è una risorsa, non un nemico del giornalismo, perché non vuole trascurare la prospettiva unica e originale concepita dai giornalisti.
E per i copywriter? Nel canale youtube di Dario Vignali, in collaborazione con Andrea Bottoni hanno affermato: “Brand quali Apple e Nike sono esplosi grazie all’identificazione con chi narrava che sono diventati un’ispirazione. Inoltre, l’intelligenza artificiale non riesce ancora a ricopiare il nostro “toice of voice” ossia lo stile di narrazione e anche se riuscisse, gli esseri umani non sono statici nell’evoluzione del loro stile”.
Chat gpt può essere un rischio per noi?
Probabilmente Chat gpt modificherà radicalmente il modo di approcciarsi alla notizia, accessibile immediatamente e senza sforzo. Questo potrebbe limitare la nostra capacità di analisi e di ragionamento, oltre a disincentivare la promozione di blog e siti a cui si accedono tramite ricerche. Inoltre l’Ai sta avanzando così ininterrottamente da confondere ciò che è vero e ciò che è falso. Per altri Chat gpt è da considerare una risorsa da accostare alla creatività umana, ma la vera sfida è: siamo davvero sicuri di saperci moderare?
Carmen Allocca
No responses yet