Tornando sul “luogo del delitto” l’assassino è spesso in buona compagnia. Questa pratica, infatti, è diffusa, o almeno dovrebbe esserlo, anche nel mondo del giornalismo. Settimane fa, vi avevamo raccontato della travagliata vicenda dell’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia, una storia degna del miglior sceneggiato serio-comico (https://www.lavocedelsud.org/cose-il-gino-lisa-di-foggia-una-domanda-ancora-in-attesa-di-risposta/).
Ebbene, a distanza di qualche mese, torniamo ad occuparci della questione perché all’orizzonte si profilano i contorni di una nuova, avvincente puntata il cui lieto fine sarebbe d’obbligo ma, purtroppo, tutt’altro che scontato.
Procediamo con ordine. Lo scorso 27 maggio, in una conferenza stampa in grande stile, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha annunciato, assieme al suo vice, Raffaele Piemontese e al presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Vasile, la riapertura dello scalo foggiano dopo undici anni di inattività. La promessa fatta in campagna elettorale dallo stesso Piemontese, sembra dunque essere stata mantenuta, almeno formalmente.
Nel dettaglio, è stato reso noto che verranno forniti quattro collegamenti iniziali da e per Foggia: Milano, Torino, Verona e Catania (come si può vedere in una foto degna del miglior spot elettorale).
I voli saranno operativi da fine settembre e già da metà giugno sarà possibile prenotare il proprio posto sulle piattaforme accreditate. Il piano prevede una cadenza bisettimanale con l’eccezione di Milano Malpensa (toccata cinque volte in sette giorni). Il servizio verrà gestito, e ci auguriamo garantito, dalla compagnia greca Lumiwings. Dall’analisi costi-benefici e opportunità descritta da Vasile, la scelta è ricaduta su questa società che avrebbe vinto la gara contro altre quattro pretendenti. Proprio attorno al nuovo garante del “decollo” foggiano, però, sorgono i primi dubbi e malumori.
Chi è “LUMIWINGS”?
Operativa dal 2018, quindi relativamente giovane, la compagnia ha sede in Grecia e opera in Europa per mezzo di voli charter. Gli aerei attualmente in possesso alla Lumiwings sono due, capaci comunque di coprire una buona “fetta” di Europa. In Italia, ad esempio, i siti attivi sono Palermo, Trapani, Perugia, Parma e Forlì (fino a poco tempo fa). Grazie all’accordo con quest’ultimo aeroporto, la Lumiwings ha potuto garantire ai propri viaggiatori voli di linea in Italia, Grecia ed Est Europa (per tutti i dettagli sulla compagnia, il sito consultabile è: https://www.lumiwings.com/it.
Le prospettive, almeno di facciata, sono piuttosto rosee, così come l’idea di farsi strada tra i “colossi del cielo”, per quanto ambiziosa, è certamente lodevole. Tuttavia, proprio a Forlì, punto di riferimento della compagnia, è nato un recente caso. L’ultimo volo effettuato dal Boeing in sosta nello scalo romagnolo è datato 9 gennaio, destinazione Palermo. Il 22 febbraio, poi, il velivolo è stato portato via verso la città di Volos. Tra il silenzio dilagante negli uffici della compagnia aerea, nessuno nei dintorni di Forlì ha più visto un aereo targato Lumiwings.
Ora che la direttrice commerciale Chiara Rebughini è tornata in scena proprio per presentare il nuovo progetto “Gino Lisa”, l’assist per qualche “malizioso” cronista andava solo raccolto. A precisa domanda su come sia stato possibile che un aereo “scompaia nel nulla”, la Rebughini ha risposto: “Non c’erano numeri sufficienti per coprire il costo del volo. Abbiamo in ogni caso tenuto fede agli impegni fino all’ultimo volo in programma”. “Forlì comunque è acqua passata. Il futuro è Foggia. Lavoriamo affinché ogni volo si mantenga da sé”, ha concluso la manager.
C’è davvero da gioire?
Alla luce di quanto detto e scoperto, non si capisce bene se quest’ultima affermazione debba suonare come una rassicurazione o come un’infausta previsione.
A vedere il bicchiere mezzo pieno sono gli operatori turistici e, più in generale, gli imprenditori della Capitanata, i quali in località come Vieste, ad esempio, sognano di avviare grazie a questo nuovo sodalizio il famoso processo di destagionalizzazione, capace di portare turisti in zona a partire dai prossimi weekend autunnali. Una prospettiva edulcorata a cui vogliamo aggrapparci anche noi altri conservando però un velo di scetticismo. Se è vero, infatti, che la storia è destinata nel bene e nel male a ripetersi nel tempo, Foggia col suo aeroporto ne è l’emblema. Certo, il destino lo si può anche indirizzare, deviare verso nuove rotte, ma ci vogliono solide e confortanti premesse che anche questa volta sembrano non esserci; la frase finale “lavoriamo perché ogni volo si mantenga da sé” può essere facilmente tradotta nel più spartano “armiamoci e partite”.
In ogni caso, da buoni marinai navighiamo a vista, sperando che il “decollo” possa realmente avvenire e soprattutto evitare l’ennesimo prematuro “atterraggio”.
Felice Marcantonio
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