Categories:

L’Emilia Romagna è uno dei territori italiani  maggiormente vittima di disastri alluvionali e di altre nature.

Da maggio 2023 ad ottobre 2024 sono cinque gli eventi eccezionali che hanno colpito la Regione.

Ma caliamoci nell’ottobre 2024. Erano le ore 19.00 di sabato 19 e Bologna ed i suoi comuni limitrofi – Pianoro, Monterenzio, Idice e San Lazzaro di Savena – hanno iniziato a manifestare i primi campanelli d’allarme: l’esondazione dei fiumi, dei canali di scolo, fuoriuscita di acqua dai tombini oltre alla successiva esplosione del condotto sotterraneo causata dalla pressione altissima delle acque.

Non si parla di singola causa ad aver provocato danni ambientali ed economici ingenti, ma di molti elementi che non sono stati studiati e presi con la giusta considerazione.

Allerte rosse, quanto rosse?

In primis non è stata presa sul serio l’allerta rossa presente. Con i numerosissimi stati di allerta emanati nel corso del tempo, la pericolosità delle piogge è stata presa lentamente sempre più sottogamba. La formazione e la divulgazione alla cittadinanza avrebbe potuto portare maggiore prevenzione, facendo comprendere la reale situazione al momento dell’alluvione.

La sicurezza non è stata garantita a causa dei mancati interventi di ampliamento di condotte sotterranee, pulizia dei canali e rafforzamento degli argini.

Il cambiamento climatico è innegabile davanti a questi eventi eccezionali. Nel periodo autunnale le piogge sul territorio sarebbero dovute essere di breve durata perché causati dall’incontro della corrente calda di origine tirrenica (Scirocco) contro quella fredda da nord-est (Bora).

Altri danni sono da arrecare al fenomeno di saturazione del terreno che ha alimentato ulteriormente i fiumi bolognesi. Dal 2023 ad oggi sono stati calcolati più del 20% di aumento di eventi eccezionali e nel corso dei prossimi anni sono previsti aumenti non positivi.

E come ultimo elemento dobbiamo citare il consumo del suolo naturale. L’espansione urbana, l’antropizzazione di vaste aree e l’aumento di infrastrutture ed edifici ha mangiato lentamente spazio naturale.

L’uomo non può più fare finta di niente e non considerare questi avvenimenti solo nel momento in cui i danni sono stati subiti. Si parla di vite umane, si parla di futuro e di sicurezza.

Elena Zullo

Tags:

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *