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Il Disegno di Legge “Sicurezza” delinea la modifica di 38 articoli presenti nel Codice Penale. Di seguito ci concentreremo sul focus posto in alcuni articoli circa la criminalizzazione della libertà di dissenso e gli spazi di protesta pacifici.

Il Governo si è impegnato in due punti fondamentali:

  • Riconoscimento di nuovi reati
  • Aumenti delle pene

STOP A MANIFESTAZIONI E PROTESTE PACIFICHE

Ci troviamo davanti ad un Governo che definisce illegale la libertà di dissenso, la libertà di esprimere la propria idea attraverso proteste con strumenti pacifici, quali il proprio corpo e la propria voce.

L’Art. 14 definisce illecito – dal punto di vista penale – il blocco stradale e ferroviario avvenuto attraverso l’ostruzione fatta con il proprio corpo e se a svolgere la protesta sono più persone, la pena lieviterà automaticamente per tutti.

Questa norma è stata chiamata Anti Gandhi in quanto per la nostra Presidente del Consiglio, se Gandhi avesse protestato al giorno d’oggi, avrebbe meritato il carcere.

La modifica di questo articolo sorge in difesa del Governo stesso a seguito dei tanti disagi lavorativi – lavoratori Ex Ilva -, delle proteste pro-Palestina, degli attivisti climatici e attivisti femministi.

Scendendo ancora di più nello specifico, l’art. 19 punisce penalmente la protesta contro l’impedimento delle realizzazioni di opere pubbliche o infrastrutture strategiche – importanti i termini specifici usati durante la stesura della norma -, a cosa fa riferimento il Governo?

Fa ovviamente riferimento alla costruzioni di infrastrutture come il Ponte sullo Stretto di Messina.

L’art. 24, invece, vieta definitivamente l’attività di protesta da parte di gruppi come Ultima Generazione, con azioni di imbrattamenti di mobili e immobili adibiti all’esercizio di funzioni pubbliche.

SILENZIO ALLE PROTESTE PER SOVRAFFOLLAMENTO DELLE CARCERI

Ci troviamo di nuovo davanti all’ennesimo caso in cui il Governo definisce quel che non riesce a gestire “criminale” per togliersi ogni minima responsabilità del risultato maturato nel tempo dei pochi investimenti nell’ambito dell’istruzione, dell’occupazione e dell’intervento sulla malavita presente in ogni angolo di Italia.

Le carceri italiane infatti si presentano sempre meno organizzate, la percentuale di sovraffollamento tocca percentuali altissime e i fondi per la rieducazione non sono abbastanza per raggiungere l’obiettivo del progetto carcerario.

Per questo motivo l’art. 26 punisce la libertà di protesta all’interno delle carceri, dove l’ambiente è invivibile a causa delle condizioni di sovraffollamento.

Quest’estate i detenuti dovevano convivere con più del doppio delle persone che le celle potevano ospitare, senza aria condizionata e l’assenza di servizi adeguati. Le rivolte nascono automaticamente dal disagio e questo, se manifestato, può portare all’aumento della pena dagli 1 ai 5 anni anche se la resistenza avviene in maniera passiva.

La pena dello stesso articolo causa ulteriormente il sovraffollamento delle carceri, senza risolvere in alcun modo il problema. Un gatto che si morde la coda.

Ma questa norma non è indirizzata ai soli centri di detenzione ma si estende anche ai centri di rimpatrio.

Gli stessi centri sono aree illegittime, dove le persone sono rinchiuse come criminali senza aver di per sé violato alcuna norma ma ricercando legittimamente la possibilità di cercare un posto dove affrontare una vita migliore.

All’interno delle strutture è abituale la somministrazione di psicofarmaci ù per far calmare i soggetti dopo i loro lunghi tragitti.

La norma estesa a qualsiasi atto di resistenza passiva, riconosce come reato l’opposizione dell’assunzione di psicofarmaci, rischiando la detenzione amministrativa.

REATO DI COMUNICAZIONE       

L’art. 32 invece impone a qualsiasi negoziante di vendere Sim telefoniche a soggetti che non hanno un permesso di soggiorno regolare in Italia. Conosciamo tutti le tempistiche per ottenere questo documento, il Governo mette nuovamente i bastoni tra le ruote di persone che non hanno nulla se non la loro famiglia e impedisce loro la comunicazione.

Questo Governo pensa che sia GIUSTO per un soggetto che è passato nelle carceri libiche, è stato imbarcato su mezzi non sicuri attraversando il Mediterraneo, giungendo in Italia con l’etichetta di criminale, che meriti pure di non poter dire alla propria famiglia “Tutto ok, sono ancora vivo”.

Questo è quello che vuole il Governo, quello che vogliono dei membri il cui compito è quello di gestire uno Stato per poter migliorare il nostro benessere.

Questo Governo si è costruito una bolla di sapone inattaccabile per poter svolgere al meglio i propri personali pensieri dimenticando che il solo compito da svolgere è di carattere collettivo.

Si è dimenticato che ascoltando le proteste, si ascoltano i problemi e si affrontano.

Questo Governo ha dimostrato che l’unico focus che hanno è quello di rendere incostituzionale ogni singolo atto del cittadino, non dimentichiamo gli attacchi contro la libertà di comunicazione, di pensiero e di parola promossi poco tempo fa a giornalisti.

Il nostro Governo, che mi vergogno a definire come tale, non è più in grado di rispondere a bisogno reali dei cittadini, a organizzare e gestire la vita di diseguaglianze sociali ponendosi nei confronti del cittadino in difesa, come se questo fosse il reale nemico.

E forse è così, lo Stato si è diviso in due, da una parte c’è chi subisce e dall’altra chi si difende arricchendosi.

Siamo negli anni ’40?

Elena Zullo

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