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Il premio Nobel per la letteratura Albert Camus e la serie The Sinner smantellano tutte le nostre certezze sulla vita.

Un impulso esterno può provocarci istinti omicidi? Qualcosa che ci irrita profondamente potrebbe innescare una reazione non voluta che ci fa dire quella parola in più che non avremmo voluto dire e ci fa addirittura arrivare alle mani con sconosciuti. Assurdo ma verosimile.

LA TRAPPOLA DEL CONFORMISMO, UNA VITA ESTRANEA

Lo straniero è un’opera che punta a mostrarci l’assurdità della vita e della giustizia. Il romanzo si divide in due parti: nella prima si racconta la vita di Meursault, un uomo che vive nel completo conformismo,  inghiottito da una società in cui lui è semplicemente una pedina che svolge il suo lavoro come un automa, le sue conversazioni sono inconsistenti, non fa trasparire nulla di sé. È un personaggio che può irritare in quanto è un umano che non sembra tale poiché non è emotivo e non gli importa niente di ciò che lo circonda. Persino in amore sembra un animale che soddisfa le proprie esigenze e istinti. Quando Marie, la sua presunta fidanzata gli chiede se si volesse sposare con lei, lui reagisce in modo passivo, dice che va bene tutto, che non sarebbe cambiato niente. È un uomo che subisce il mondo ma è consapevole di questo e non fa nulla per cambiare la sua condizione. Questa sua indifferenza lo porterà a non cercare di difendersi in un’aula di tribunale.

L’ASSURDITA’ DELL’OMICIDIO E DEL PROCESSO

Un giorno su una spiaggia algerina Meursault uccide senza motivo un arabo con 5 colpi di pistola. Date le circostanze sembra che la causa scatenante sia stata il caldo. Nella seconda parte del libro si espone l’assurdità del processo che vede il protagonista giudicato più per la sua vita che per l’omicidio commesso. Il romanzo infatti si apre con un’affermazione riguardante la morte della madre e già dalle prime pagine si intuisce la sua totale indifferenza. Va al funerale ma non versa una lacrima e si comporta come se nulla fosse, lasciando perplesso il personale e gli ospiti della casa di cura in cui si trovava la defunta. La condanna definitiva del processo è la pena di morte, a cui si arriva non valutando l’azione che ha portato all’aula di tribunale ma la vita che Mersault conduceva. Si valuta il fatto che il giorno dopo il funerale della madre sia andato in compagnia di Marie, una donna comunque conosciuta da poco, a vedere una commedia al cinema. Si valutano tante cose che non hanno nulla a che fare con l’omicidio e lui accetta passivamente tutto ciò che la società gli impone.

LA SERIE THE SINNER

The Sinner è una serie tv antologica, vale a dire che ogni stagione racconta una storia a sé. Tutte le storie sono legate dalla presenza dello stesso detective. La prima stagione richiama il romanzo di Camus in quanto parla di Cora, una donna che conduce la sua vita nella normalità più assoluta, sposata con un figlio. La donna però sembra immersa in un mondo tutto suo, si estranea da chi la circonda, non prova piacere durante il sesso, sembra quasi un obbligo. Un giorno lei e la sua famiglia si trovavano su una spiaggia. Mentre sbucciava una pera a suo figlio, al fianco del marito, sente una canzone provenire da un gruppo di amici poco distanti da lei, che la infastidisce. La irrita a tal punto da uccidere con più coltellate un ragazzo del gruppo da cui proveniva la musica. Tutto ciò è assurdo e privo di senso, come osserva il detective a cui è stato affidato il caso, per questo non mollerà la presa con Cora e andrà a fondo per capire ciò che realmente è successo nella psiche della donna. La protagonista sembra provare disinteresse per la sua difesa inizialmente, sembra rassegnata al suo destino. Dopo varie ricerche e sedute psicologiche si scoprirà che anni prima aveva subito abusi. Un giorno portò ad una serata con gli amici anche la sorella gravemente malata e le cose finirono tragicamente. L’omicidio del ragazzo sulla spiaggia verrà quindi spiegato attraverso il recupero dei suoi ricordi.  

L’ASSURDITA’ DELLA SOCIETA’ IN CUI VIVIAMO

La serie ed il romanzo sono accomunati dall’assurdità del fatto principale, l’omicidio inspiegabile e senza un movente di persone innocenti o che apparentemente non hanno fatto nulla di male. Può un impulso esterno provocarci istinti omicidi? In Camus “il responsabile” dell’omicidio è il caldo, in The Sinner la musica. Sono entrambi eventi assurdi ma che potrebbero essere verosimili nella vita reale. Anche la giustizia in entrambi gli scenari è un fatto assurdo: nel processo Meursault viene giudicato più per la vita che conduce che per l’omicidio. A Cora viene proposta una riduzione della pena se avesse ammesso di aver commesso un altro omicidio avvenuto anni prima di cui non ricorda assolutamente niente. Il piccolo schermo e il capolavoro di Camus ci fanno riflettere su quanto in fondo sia assurda la nostra intera esistenza e quanto questa condizione ci possa portare ad azioni estreme. Problema che ci fa rabbrividire se pensiamo a quanto in realtà ognuno di noi viva nel completo conformismo di una società che molto spesso ci giudica in modo sbagliato. Però sta proprio qui il compromesso del vivere in società, sottostiamo a delle regole che altri decidono per noi e dobbiamo accettarle. 

Alessandra Cau

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