Sulla copertina un orologio a muro che guarda il proprio orologio da polso, gli A Toys Orchestra tornano a ben sei anni di distanza da Lub Dub e chiudono quella che potremmo definire una “trilogia della mezzanotte” con Midnight Again.
A dispetto delle apparenze, gli A Toys Orchestra sono un gruppo nato ad Agropoli, provincia di Salerno, nel 1998, ma ormai stabilmente adottato da Bologna.
I testi in inglese e un gusto del suono spiccatamente internazionale hanno fin da subito permesso alla band di farsi conoscere in Italia e all’estero nei primi anni del 2000 e proprio Midnight Talks (2010) e subito dopo Midnight (R)evolution (2011) avevano affermato gli A Toys Orchestra come uno delle principali esponenti di quella corrente musicale che probabilmente ai tempi non avremmo neanche definito indie.
Sei anni sono tanti, soprattutto con i ritmi discografici serrati dettati dai social media, ma Midnight Again è uno di quegli album fuori dal tempo, ascoltabili anche tra 15 anni senza la paura che possano invecchiare troppo e male.
Questo tempo sembra essere passato per il gruppo in termini di consapevolezza e ricercatezza negli arrangiamenti, che si muovono in un ampio spettro strumentale, dalla sola chitarra ad accompagnare la voce, passando per gli archi e i fiati, talvolta anche solisti, finendo ad un elettronica mai eccessiva che si amalgama perfettamente agli strumenti acustici; il finale di Miss U ne è un esempio perfetto.
In dodici tracce convivono la ballad folk americana, il rock, il pop inglese e il soul, influenzandosi tra loro.
Il “tema” del tempo e della nostra esistenza rispetto ad esso si snoda indirettamente all’interno di tutto il disco, come in Life starts tomorrow, ma anche in OCD Lullaby e con la struggente Take Me Home che si chiude con la frase:
Take me home but please hold my hand ‘cause I’m a terrible liar and I feel so alone
Pur non portando novità travolgenti a livello di testi e musica, gli A Toys Orchestra confezionano un prodotto di ottima qualità, dall’impronta come sempre internazionale e sono pronti ad un tour che conta già le prime date in Italia e spero vivamente, nel resto d’Europa.
Antonio Montecalvo
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