L’arma del femminismo sta dimostrando di funzionare sempre di più, giorno dopo giorno. Un’arma che dimostra la sua efficacia con le dimostrazioni di fastidio e noia da parte di chi vede ancora come estranea la pratica della parità tra esseri umani.
Per questo motivo è oggetto costante di discussione.
In particolare la parità, la correttezza, il rispetto, sono l’oggetto portante delle questioni esposte nel nostro mondo; un mondo in cui lo squilibrio è la forma di garanzia sociale migliore.
Ma non è un errore di esposizione quello di chi parla, di chi si espone, di chi è pronto a mettere sul tavolo tutte le carte che andrebbero stracciate e riscritte.
Non mi sento neppure di incolpare chi, dall’altra parte, non ha la capacità di comprendere questo non nuovo fatto che sta lievitando pian piano nel cuore di ogni città.
Non una di meno lungo le strade savonesi
Savona qualche giorno fa, si è dimostrata pronta e volenterosa a portare in otto tappe della città la verità, tracce di equità sociale urlate a pieni polmoni. Centinaia tra giovani, donne e uomini pronti ad ascoltare parole già dette e che andranno ripetute negli anni e decenni a venire.
L’importanza di queste iniziative sta nel cuore del suo movimento: il transito delle voci lungo le vie savonesi ha obbligato passanti non protesi al mondo femminista ad ascoltare pensieri di equilibrio, che è necessario chiamare legittimo, nonostante non faccia ancora parte del quotidiano.
Tentato omicidio a Savona
Non è sconcertante pensare che più dell’80% delle chiamate effettuate alle forze dell’ordine da parte di donne richiamino la necessità di essere tutelate contro uomini che ne ostacolano il quotidiano vivere.
A Savona infatti meno di due mesi fa, una donna viene aggredita dall’ex compagno (65 anni) con una pesante chiave a cricchetto: la donna è stata ricoverata in codice rosso e l’ex compagno indagato per l’accusa di tentato omicidio. Ma quello non è stato l’unico suo atto di violenza contro la donna: presentava infatti una lista di denunce per le molestie subite alla quale vennero aggiunte anche aggressioni fisiche.
Un salto a Genova
Nel genovese, neppure 48 ore fa, una giovane donna è stata ferita gravemente con un coltello dall’uomo con cui condivideva la propria quotidianità. I vicini spaventati dalle urla della coppia hanno chiamato i soccorsi, ma l’uomo, se così si può chiamare, è scappato facendo perdere le proprie tracce.
Forza al futuro
E sarà l’abitudine, l’educazione e la gentilezza dei nostri futuri figli e nipoti a fare in modo che questi eventi non siano all’ordine del giorno, che non siano più abitudine ma solo e soltanto dei casi, per quanto sconvolgenti, rari.
La parola femminicidio non desterà il favore al tabù solo nel momento in cui questa non sarà associata solo alla violenza compiuta, finita e non più risolvibile.
Solo in quel momento la parola femminismo non farà più paura e allora andrà meglio, leggermente.
Elena Zullo
One response
È una triste realtà quella dei numerosi femminicidi…sono tantissimi e non circoscritti in alcune zone italiane…io credo che sia necessaria una certezza della pena..ma che sia una pena severissima credo che sia un deterrente efficace.perche le denunce nn risolvono il problema e nemmeno l’allontanamento obbligatorio del criminale nn serve…purtroppo chi vuole uccidere la persona alla fine riesce nel suo terribile intento…occorre pena severa …anzi severissima..