Il 7 dicembre presso il Tribunale di Roma doveva essere emesso l’esito del processo che vedeva come imputato lo scrittore Roberto Saviano per il reato di diffamazione nei confronti di Matteo Salvini.
“Ministro della Mala Vita” è il capo di accusa, così Saviano ha definito il vicepremier nel 2018.
La battaglia tra impari
Da un lato abbiamo chi con la sua parola ha il diritto di affermare, usando anche citazioni non di proprio pugno (come nel caso di questo processo), il proprio parere su un soggetto politico – non contro la sua figura personale.
Dall’altra parte invece abbiamo chi nella sua veste politica decide di schiacciare i soggetti che non sono di suo gradimento. Pensando che l’omissione del diritto di parola, pensiero e comunicazione nei confronti di singoli individui rientri nelle funzioni del proprio incarico.
È sotto gli occhi di tutti che il buon Matteo lede la reputazione dello scrittore da anni: minaccia di togliere lui la scorta, diffamazioni di ogni genere (il famoso attico a Manhattan), procede con querele intimidatorie, senza dimenticare la catena di strette di mani che hanno portato alla cancellazione del suo programma Rai – Insider – già registrato, pronto per essere mandato in onda (seguito dal trasferimento forzato del programma Che Tempo Che Fa dalla Rai a Nove).
L’assenza di Salvini nelle aule del Tribunale
Saviano prima dell’ingresso presso il Tribunale ipotizzava nell’assenza di Salvini.
Ma l’avvenimento dell’ipotesi non sorprende nessuno, l’arma di Salvini è del tutto psicologica: allungare i tempi del processo per danneggiare il proprio nemico.
L’Italia si divide in due difendendo chi fino ad ora ha portato avanti un’azione politica ridicola e dolosa.
La Lega difende la sua assenza presso il Tribunale segnalando che il vicepremier aveva iniziative istituzionali organizzate da qualche tempo. Parliamo di una call telefonica e un pranzo di beneficienza.
Con queste affermazioni si vuol lasciare intendere che Salvini abbia dato maggior importanza agli eventi sopra indicati rispetto al processo da lui voluto, giocando ancora una volta con la sua posizione politica.
Il rinvio
Il 10 di luglio speriamo che Salvini non prenda appuntamento dal parrucchiere e possa recarsi presso l’aula di Tribunale da persona civile e dimostrare le sue ragioni in maniera ragionevole.
Avrà infatti abbastanza tempo per ricordarsi che la Costituzione Italiana non limita la libertà di parola e di stampa – articolo 21.
Roberto Saviano conclude il suo commento all’uscita del tribunale dicendo: “Ci si difende nel processo e non dal processo. E oggi ho voluto dimostrare questo.”
Elena Zullo
3 Responses
Sarò sincera…nn so da che parte stare…certo Saviano nn è stato molto tenero con una frase molto offensiva…è molto grave ciò che ha affermato..nell’altro verso credo che Saviano ci metta sempre la faccia e l’assenza di Salvini al processo lascia molti dubbi…
Cmq Salvini si è sempre presentati ai vari processi a lui intentati per la nave Diciotti…quindi nn saprei dare una spiegazione plausibile per la sua assenza…certo Saviano nn è mai molto tenero nelle opinioni altrui…
Cmq Salvini si è sempre presentati ai vari processi a lui intentati per la nave Diciotti…quindi nn saprei dare una spiegazione plausibile per la sua assenza…certo Saviano nn è mai molto tenero nelle opinioni altrui…