Urbino culla di un progetto culturale preziosamente custodito
“Circa 63 la percentuale di aumento di lettura dei giovani nell’ultimo anno. Un incremento esorbitante che riaccende la speranza in un popolo di italiani legati alla cultura della lettura e del giornalismo.”
Esordisce così il risultato dei sondaggi effettuati nell’ultimo anno sulle abitudini di lettura del popolo italiano. Ma quante di queste letture sono state effettuate dal consueto libro cartaceo? Nell’era dei social e della tecnologia risulta quasi perentorio determinare la rilevanza del metodo di diffusione tradizionale. Le piattaforme digitali sono infatti protagoniste dell’epoca contemporanea, trascinando soprattutto i giovani, dalle quali essi apprendono notizie e informazioni. Ma leggere attraverso mezzi alternativi e innovativi, lontani dal tradizionale metodo, ha lo stesso impatto sui giovani? E se esiste un cambiamento, cosa comporta?
La direzione attivamente partecipe
Questa la centralità dei temi discussi durante l’XI edizione del festival del giornalismo culturale, tenutosi nella sede del Palazzo Ducale di Urbino dal 6 all’8 di questo mese, a cura dell’Università Carlo Bo. L’intento del progetto è quella di centrare le conseguenze della notevole diminuzione della carta. Un progetto capeggiato dai direttori Giorgio Zanchini e Lella Mazzoli, in cui sono stati numerosi gli ospiti a presidiare, tra cui: autori, redattori, docenti universitari.
Velata ambizione volta all’incoraggiamento
Con tale premessa si è dato inizio al vivace dibatto; i partecipanti hanno analizzato il corso della comunicazione e della divulgazione delle notizie sin dal cuore del Rinascimento, con annessi spunti sulle future misure che il mondo della redazione si adopererà ad adottare. Ci si auspica una fiorente e compatta prontezza a questo cambiamento repentino, volto ad accrescere il successo della sfera editoriale.
Preziosa consapevolezza
Naturalmente non sono mancate le riflessioni e i commenti su numerose opere letterarie dei secoli più recenti; riflessioni da cui sono scaturiti giudizi e commenti sull’erudizione che la lettura in senso generico arreca. Il focus di questo programma ha riscosso un non indifferente interesse nei partecipanti, che hanno fornito preziosissime proposte rimuginando soprattutto sull’abitualità della forma in cui la loro lettura si presenta quotidianamente.
L’interesse per l’arricchimento del bagaglio culturale
Emerge infine, la radicale indispensabilità costituita da questi progetti di impronta culturale, perché divulgano in maniera integra e minuziosamente calibrata la ripresa di quell’attività frugale che nutre da sempre quella sete di sapere innata nell’animo umano. Sebbene l’impostazione di quest’ultima edizione del festival si sia leggermente discostata da quella abituale, è riuscita a dipingere un quadro che illustra, nella sua risolutezza, una delle ragioni che più minacciano il credito che si è sempre dato al giornalismo.
Cristina Mongelluzzi
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