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Cancellato Insider.

Attacco pubblico a Don Ciotti.

L’uscita di Che Tempo Che Fa dalla Rai e la successiva eliminazione dei suoi account sui social media.

Sono eventi di cui continuiamo a sentir parlare in questi giorni.

Nient’altro che politica

Conosciamo la dinamica di questi avvenimenti: rotea tutto intorno al potere politico.

Quest’ultimo è diventata l’arma per manovrare il popolo come burattini al solo scopo di raggiungere i propri ideali e non più quelli per il bene della comunità.

Ormai le manovre le conosciamo già: si attacca l’elemento “fastidioso”, lo si scredita inventandosi pettegolezzi semplici (come dimenticarsi del citatissimo attico a Manhattan?), lo si isola ed il risultato della diffamazione è raggiunto.

Ma è politica questa?

La democrazia è una forma di governo che permette al popolo di scegliere da chi essere guidati.

Il nostro governo è nato però in una maniera anomala. L’ultima elezione è stata la prima nella storia a collezionare un così alto numero di astenuti: oltre il 63% dei cittadini non si è presentato alle urne ed è perciò errata la definizione urlata nelle piazze “se sono stato/a eletto/a è per il volere del popolo“, bensì da una limitata parte di votanti.

L’obiettivo è creare unione per interessi “comuni” e divisione su temi considerati esterni agli interessi dei politici. Sorge così maggior disprezzo per categorie “x” per escluderle da un sistema sociale vasto e vario. Queste manipolazioni del tutto retrograde non apportano concreti aiuti alla società: sostengono chi appartiene a categorie forti e demolisce chi ha necessità.

Tagli alla libertà di comunicazione

Ed è così che se la politica percepisce il difetto in esercizi della libertà di parola e comunicazione, nascondendo il timore di venire screditati, taglia le ali con i mezzi che ha a disposizione: censura, ma velata, non dichiarata.

La Rai è stata l’ambiente dove è stato possibile limitare questa libertà. Non vogliamo di certo alludere ad un lontano simil paragone con situazioni storiche di circa ottant’anni fa (ma potremmo e dovremmo farlo).

La forza del sostegno pubblico

Il sostegno diventa importante, le voci di un coro che si schierano contro poteri con inclinazioni inumane e restrittive sono essenziali. Una o più grandi voci che urlano in tutta Italia rimbombano di più se sono seguite da tante piccole voci di supporto a chi concretamente svolge correttamente la propria mansione.

E bisogna anche tener conto di un dettaglio: chi attacca non è solamente una persona fisica, ma una figura di potere che ha più privilegi (legittimi: + potere; + responsabilità; + rischi) e per questo non può mettersi contro chi ha come armi soltanto la propria voce: è sbilanciato, scorretto e meschino.

Elena Zullo

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