Siamo a Vado Ligure, nel savonese, la protagonista di questa vicenda è la società Tirreno Power Spa che dal 1970 produce energia elettrica tramite la combustione di carbone (fino al 2022) ed in seguito affidandosi a fonti rinnovabili.
La rottura del silenzio
Nel 2010 il Presidente dell’ordine dei medici, Ugo Trucco ruppe un silenzio durato anni, denunciando la minaccia sanitaria causata dalle emissioni dello stabilimento.
La CNR di Pisa depositò la sua ricerca sull’impatto della centrale di Vado ligure, puntando il dito verso due gruppi a carbone chiamati VL3 e VL4 (messi in funzione nel 1993), definendoli come i principali responsabili. Le analisi sono state delineate su un’area estesa nei 12 comuni limitrofi per 13 anni.
Le malattie che hanno riscontrato un netto aumento riguardavano l’apparato cardiovascolare e respiratorio.
Le sostanze responsabili sono il biossido di zolfo che provocano danni sulla salute umana e l’ossido di azoto che giocano un ruolo fondamentale sul riscaldamento globale.
Dal 2001 al 2013, la ricerca che ha raggruppato più di 140 mila persone registrando eccessi di mortalità di +49%, per malattie cardiovascolari +41% uomini e +59% di donne, per malattie all’apparato respiratorio +90% per uomini e 38% per le donne, ed infine per tumori del polmone tra gli uomini +59%.
Il costo totale sostenuto dalla sanità pubblica per la degenza dei ricoveri ammonta tra i 770 ed i 860 milioni di euro.
Il primo ingresso in Procura
La Procura di Savona è stata in grado di chiamare in tribunale 84 persone tra manager, amministratori locali, regionali e nazionali, passibili di accuse di disastro ambientale, abuso di ufficio ed omicidio colposo plurimo di 404 persone decedute dal 2000 al 2007.
Nel 2014 la Procura della Repubblica di Savona emise la sentenza di disastro ambientale doloso.
Secondo ed ultimo processo
Il 2019 si riapre il processo al quale partecipano una cinquantina di persone come parte civile contro la società vadese. Tra questi sono presenti enti come WWF, Legambiente, Greenpeace, Medicina Democratica, Anpan e Uniti per la Salute.
Le accuse furono ammorbidite rendendo colposo il fatto doloso e per l’accusa di omicidio plurimo venne chiesta l’approfondimento delle indagini. Ma l’unica meta di quest’ultima fu l’archiviazione.
L’accusa di abuso di ufficio venne trasferito sui banchi del Tribunale di Roma ma anche questa ebbe le stesse sorti del reato colposo.
La sentenza finale
Durante processo l’epidemiologo della CNR Francesco Bianchi espose tutti i dati emersi dagli studi e dalle ricerche. Gli avvocati della controparte cercano di smontare tali teorie, ma in mancanza di competenze nell’ambito di epidemiologia ambientale, hanno fatto cadere le loro accuse.
Fino ad oggi nessuno studio che appoggia la Tirreno Power è stato in grado di smentire le accuse del professore. Studi presentati anche a convegni nazionali di epidemiologia ambientale di Ottawa e successiva pubblicazione su un’importante rivista scientifica internazionale.
All’udienza intervenne anche l’ing. Fabio Ferranti dell’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale che si soffermò sul mancato sistema di monitoraggio delle emissioni illustrandone le funzionalità, caratteristiche e criticità. Venne confermato nuovamente che le emissioni di zolfo avevano valori superiori a quelli emessi da altri impianti.
I periti hanno accertato la causalità dell’inquinamento dell’aria determinato dalla centrale che bruciava giornalmente 4mila tonnellate di carbone, sprigionando un fumo in grado di estendersi su un’area di 40 km.
La perizia ha confermato quanto determinato da tutti gli studi effettuati, puntualizzando che la Tirreno Power non ha rispettato le linee guida imposte dall’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
La Procura ha richiesto il sequestro della centrale, ordinando lo spegnimento temporaneo dei due gruppi di carbone, lasciando in attività solo l’impianto a gas.
Giustizia?
Il processo ha restituito giustizia ai famigliari delle vittime di questo disastro.
Questa è l’ennesima vicenda che racconta come la volontà di creare lucro sovrasti l’indifferenza nel seguire norme che non danneggino l’ambiente che ci circonda e chi vive nella nostra stessa realtà.
L’unica risorsa alla quale possiamo aggrapparci per stabilire un maggior senso di sicurezza e sanità è la sentenza stessa che ha definito la fine dell’emissioni tossiche di questo stabilimento.
Elena Zullo
One response
Molto chiaro e di facile comprensione…come sempre Elena si distingue per l’espressione lineare del testo cosicché il concetto arriva al lettore in maniera diretta e immediata…brava..