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Quante volte durante un concerto eravamo più impegnati a filmare ciò che accadeva sul palco piuttosto che goderci il momento? Gli accendini sono stati sostituiti dalle torce dei telefoni, a volte la nostra stessa visuale viene deviata dagli schermi.

La tecnologia ed in particolare il cellulare hanno rivoluzionato le nostre vite e anche il modo di intrattenerci. Per questo motivo si è pensato a degli eventi “phone free”.

Ci perdiamo tra i social, vogliamo costantemente aggiornare tutti su ciò che stiamo facendo di entusiasmante e divertente. Viviamo nella società dell’apparenza in cui se non pubblichi quello che fai potresti non averlo mai fatto perché deve necessariamente passare al vaglio di conoscenti e sconosciuti per essere reale. Ci siamo costruiti così una doppia realtà: quella social e quella che effettivamente viviamo. A volte la prima risulta paradossalmente più importante della seconda. Questa riflessione non tende a demonizzare i social o la tecnologia quanto a far riflettere su come ci stia cambiando il mondo virtuale che ci siamo costruiti.

UN GRANDE RITORNO

Quest’estate in Italia ci sarà il ritorno di un grande artista che mancava sui nostri palchi ormai da cinque anni: Bob Dylan. Si esibirà il 3 e 4 luglio a Milano al Teatro degli Arcimboldi, il 6 luglio al Lucca Summer Festival, il 7 luglio al Perugia Umbria Jazz, il 9 luglio a Roma all’Auditorium Parco della Musica. Questi concerti avranno una caratteristica particolare: saranno i primi spettacoli musicali “phone free” in Italia. I cellulari non saranno ammessi per volontà dell’artista, si tratta di una clausola per assistere al concerto non negoziabile.

Bob Dylan, classe 1941, è senza dubbio un uomo di altri tempi. La sua è una decisione che fa riflettere, è già stata adottata da altri e questa scelta potrebbe diffondersi. Un invito a godersi la musica e l’atmosfera attraverso i nostri sensi e non tramite uno schermo. Quello che rimane sono i ricordi di sensazioni ed emozioni provate che indubbiamente non si cancellano così facilmente come si cancella un video dal telefono.

COME CREARE UN AMBIENTE PHONE FREE

Per creare uno spazio “phone free”, Dylan si è affidato a Yondr. È una compagnia americana fondata da Graham Dugoni nel 2014, che lavora per artisti, show comici, scuole e molto altro, perfino matrimoni.

Ma come funzionano questi eventi che potremmo definire ormai inusuali? Quando si arriva sul posto il personale addetto di Yondr aiuta gli spettatori a mettere il proprio telefono in una custodia protetta e sicura che il proprietario del telefono potrà mantenere per tutta la durata del concerto. Il dispositivo utilizzato è un sacchetto che funziona come l’antitaccheggio dei negozi di abbigliamento: hanno una chiusura che può essere sbloccata soltanto passandola su un’apposita base. Se si ha la necessità di usarlo ci si deve recare in aree apposite in cui la custodia verrà sbloccata dal personale. È diventato un business florido, il che indica forse quanto oggi si senta la necessità di disconnettersi e vivere la vita offline.  

GIUSTO O SBAGLIATO?

Probabilmente non c’è una risposta a questa domanda perché ognuno la pensa diversamente. Ci sono ovviamente dei pro e contro in questa decisione. Il pro più lampante è sicuramente che un evento senza telefono ci restituisce un’esperienza più umana, permette di goderci il momento senza distrazioni e senza l’ansia di pensare al video o alla foto uscita bene o male. Il contro è che in questo modo non possiamo tenere traccia di ciò che abbiamo vissuto, o meglio non avremo una traccia fisica. I ricordi, le sensazioni a volte possono essere più forti di qualsiasi immagine che possiamo conservare. Come in tutte le cose è necessario trovare equilibrio e moderazione.

Alessandra Cau

One response

  1. Era il mese di giugno del 1993 quando ho assistito al concerto di Bob Dylan al palapartenope di Napoli. Solo qualche cabina telefonica per assicurare i genitori che si era arrivati sul posto, dopo file lunghissime. Finalmente, e solo lui poteva mettere in atto tale iniziativa. Conservo ancora vive in me le emozioni, il calore, l’atmosfera di quella serata magica. Tutto custodito, come le decine di concerti che ho assistito, nel mio cuore, nella mia anima, nella mia mente.

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