Ritrovati altri tre corpi sulla spiaggia calabrese di Steccato di Cutro, le vittime del naufragio del 26 febbraio salgono a 79. I tre corpi sono di un adulto, di un adolescente e di una bambina. Il primo è stato rinvenuto sulla spiaggia della località calabrese, gli altri due in mare a Praialonga. Tutti sono stati portati al “Palamilone” di Crotone dove è stata allestita la camera ardente.
Corteo in memoria delle vittime a Cutro
Nella giornata di sabato 11 marzo oltre 5mila persone hanno preso parte a un corteo in memoria delle vittime del naufragio. Un corteo concluso proprio sulla spiaggia di Steccato dove è stata poi lasciata una corona di fiori.
Anche l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, presente al corteo ha sottolineato lo stato d’animo affranto della comunità calabrese e dichiarato: “Certe volte ci penso e mi vergogno di essere un cittadino occidentale. Quando ci sono queste fasi emergenziali, le comunità calabresi sono scosse e prevale subito quello spirito di solidarietà che non dimostra il governo. Sono anni e anni che imperversano, che si tenta di colpevolizzare e di criminalizzare le Ong, i salvataggi, chi si occupa di solidarietà. Per loro il paradigma è all’opposto. A Riace non c’era un’utopia era l’istinto della normalità. Quando ci sono emergenze, degli sbarchi, è un fatto normale. Non è normale tergiversare o dire che la responsabilità è di uno o di un altro e quel tempo diventa letale come è successo“. (fonte Ansa).
A Cutro il Consiglio dei Ministri
Oltre al danno la beffa per i familiari delle vittime, costrette a spostarsi verso il cimitero musulmano di Bologna proprio mentre il Consiglio dei Ministri arrivava a Cutro. Il Governo è stato accolto con una contestazione espressa con scritte contro il Ministro Piantedosi e lanci di peluche verso le auto dei politici, a ricordare quanti bambini innocenti siano morti in questo tragico evento. Continuano intanto le indagini della magistratura sull’intervento tardivo dei soccorsi e le responsabilità di Guardia Costiera e Guardia di Finanza.
Giovedì 9 marzo si è tenuto dunque a Cutro, nella sede del municipio, il Consiglio dei Ministri. L’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha voluto dare in questo modo un segnale di vicinanza alla cittadina calabrese. Manifestando così che è priorità del Governo trovare soluzione al problema delle stragi in mare dei migranti. I lavori si sono conclusi con l’introduzione di un nuovo decreto sui migranti che ha previsto nuove pene più severe per i delitti in materia di immigrazione clandestina.
Decreto migranti
Tale misura prevede un nuovo reato per “morte o lesioni gravi in conseguenza di traffico di clandestini” a cui sono associate pene dai 10 ai 30 anni di reclusione. Molti hanno già fatto presente che il suddetto decreto non faccia molta differenza tra i trafficanti e gli scafisti. Questo – dunque – con il rischio di non colpire i membri effettivi dell’organizzazione, ma solo persone che si prestano a guidare le imbarcazioni. Spesso infatti è stato riscontrato che la figura dello scafista è quella di un soggetto estraneo all’organizzazione stessa. Il decreto prevede anche una semplificazione delle procedure di rimpatrio per i migranti irregolari attraverso l’eliminazione dell’intervento del giudice di pace per eseguire l’espulsione.
Gli animi sono in fiamme e il timore che la conta delle vittime aumenti ancora cresce sempre di più. Sebbene la Premier abbia affermato che l’intenzione del Governo sia quella di “andare a cercare gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo” appare evidente che la strada sia ancora lunga.
Ma ci si interroga se ci sia bisogno sempre che accada qualcosa di grave prima che vengano prese le giuste misure.
Carmela Fusco
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