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Siamo alla fine del ‘500 quando William Shakespeare scrive una tragicommedia dal titolo “Molto rumore per nulla”. Nel corso dei secoli questa espressione è entrata nel gergo comune, tant’è che non di rado viene utilizzata per descrivere una situazione esagerata, una sorta di polverone potremmo dire. Ebbene, in questi giorni post elezioni politiche, nel mentre la macchina organizzativa si muove a pieno giro per plasmare il nuovo governo, ecco che la locuzione sopra menzionata risulta più azzeccata che mai.

Le tempistiche per il nuovo governo

Come è risaputo, il 25 settembre la vittoria delle urne è andata alla coalizione di centro-destra capeggiata da Giorgia Meloni. Il distacco rispetto agli avversari è stato schiacciante, ragion per cui tutto lascia pensare che presto avremo la prima donna Premier in Italia.

Certo, bisognerà attendere che tutti i passaggi costituzionali previsti siano affrontati nei tempi stabiliti. Verosimilmente, dunque, prima di inizio novembre il nuovo governo non sarà operativo.

Verso il nuovo governo: il “piacere” della polemica

Attendendo la fumata bianca è chiaro che nel Paese “polemico per eccellenza” accanto alle questioni focali si sia messa in moto tutta una campagna denigratoria e delegittimante pronta di fatto ad iniziare una nuova campagna elettorale. Evocato a più riprese lo spettro di un “ritorno al fascismo” non sono poi mancati autentici colpi bassi verso la futura prima cittadina italiana relativi ad aspetti che interessano unicamente la sfera privata.

Lungi dal prendere posizione politica, ciò che preme evidenziare è la bassezza morale in cui la nostra cara Italia è caduta da ormai molto tempo e a cui un limite ancora non è stato dato.

Quando cresceremo?

In una democrazia che si rispetti la competizione deve esserci, anche in maniera accanita, ma sempre utilizzando mezzi leciti, parole consone ad una società civile. Quando poi la sfida ha emesso il proprio verdetto, sarebbe buona norma riconoscere la vittoria altrui e concentrarsi magari sui propri demeriti (chiamasi autocritica!).

Così, ancora una volta, non è stato. Tutto questo rattrista, specie in una situazione storica davvero complicata come quella che stiamo affrontando. Sarebbe ora di crescere, di manifestare una parvenza di maturità. Quant’è vero che per questa non basta collezionare anni ed anni da sfoggiare sulle torte di compleanno!

La critica deve esserci, ma a fatti compiuti (e qui ancora non ce ne sono) e soprattutto avendo cognizione di causa, ponderando ogni singola parola. Chi parla oggi di un ritorno al passato più buio della storia di questo Paese, sicuramente non ha vissuto la dittatura fascista e forse non l’ha nemmeno studiata a dovere sui banchi di scuola.

Cosa ci attende davvero?

Cosa farà il nuovo governo, il primo con una donna a Palazzo Chigi (traguardo che qualcun altro ha declamato per anni senza mai passare alla pratica), nessuno può saperlo. Possiamo però mettere in fila le prime oggettive impressioni. Alla luce di queste è lecito affermare, senza paura di essere smentiti, che Giorgia Meloni non sarà Benito Mussolini declinato al femminile, che non incontreremo per le strade delle nostre città camicie nere tirate a lucido (se non per qualche funerale) e che, in definitiva, ci siamo ancora una volta coperti di ridicolo, da perfetti personaggi shakespeariani, inscenando (purtroppo nella vita reale) quella vecchia commedia che il grande drammaturgo, guarda caso, scelse di ambientare in Italia…

Felice Marcantonio

One response

  1. Mi trova d’accordo sul piacere della critica a tutti i costi. Altrettanto d’accordo sulla bassezza morale durante la campagna elettorale e dopo le elezioni a discapito del vincitore. Non mi aspetto che questo governo proporrà mai la riesumazione del DDL Zan, dopo averlo affossato con il voto della ” tagliola” in senato, proposto dal capogruppo della Lega e FrateIli D’ Italia. Il 27 ottobre 2021 votarono contro, Lega, FI, alcuni di sinistra e Fratelli D’ Italia, ( scrutinio segreto ) facendo risultare l’Italia uno dei tre paesi senza una legge contro l’omofobia, insieme a Repubblica Ceca e Polonia. Siamo il 35° paese dell’unione europea dove vengono rispettati solo il 22% dei diritti della comunità LGBTQ, con livelli di protezione pari a quelli dell’Ungheria. Non possiamo sottovalutare le urla sguaiate, gli applausi e gli abbracci dei senatori che avevano raggiunto il loro scopo, tra questi anche la sig. MELONI. Da parte di questo governo, ci sarà mai una proposta di legge che discute dell’ eutanasia, dell’adozione di bambini delle coppie di fatto, di accoglienza degli immigrati ? Certo non mi aspetto il coprifuoco, le camice nere che girano per la città ed il saluto fascista. Continuo a pensare che il peggior fascismo, sia la privazione della LIBERTÀ di pensiero ed espressione del proprio corpo, ostacolare l’accoglienza degli affamati, di coloro che scappano da guerre e miseria. Della vita privata della futura premier, sicuramente non è sposata e pure risulta avere un compagno e una figlia maggiorenne, mettendo in risalto tutta la sua incoerenza rispetto al suo credo politico sulla famiglia. Mi piace ricordare il titolo di una canzone di Bob Marley: Time will tell.

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