Basta ascoltare le parole “Mare fuori” per richiamarci alla leggerezza del cielo azzurro e delle coste partenopee.
Eppure, per i protagonisti di questa serie, il mare che si affaccia all’Ipm diventa un’oscuro abisso, fatto di storie che non dovevano finire così, di sogni appesi alle sbarre del carcere con tutta la durezza della criminalità a pesare sui loro giovani volti.
“Mare fuori” si conferma una serie di successo, giunta alla fine delle riprese della terza stagione il 2/09/2022 e che promette di stupire il suo affezionato pubblico nel Febbraio 2023 su Rai 2 con storyline e volti nuovi.
Nel frattempo, ripercorriamo insieme le chiavi del suo successo e di come sia riuscita, con una sua narrativa atipica, a far luce su aspetti spesso trascurati della vita adolescenziale e carceraria. Attenzione, contiene spoiler.
Un teenage drama dalle tinte insolite
Il mondo cinematografico ci ha spesso offerto scenari accoglienti e tipici della vita adolescenziale,i cui temi cardine sono le prime delusioni d’amore,le difficoltà scolastiche e la graduale capacità di integrarsi socialmente.
“Mare fuori” invece si colora di tinte forti che tralasciano quei pochi resti di ingenuità e che con tutta la sua violenza spinge i nostri protagonisti,sebbene minorenni,verso sfide adulte,come la gravidanza e un matrimonio.
I nostri protagonisti diventano quindi l’espediente curioso di milioni di adolescenti di esplorare il mondo adulto con tutto il suo realismo contrastante tipico della loro età.
Ogni crimine ha una sua storia
Crimini di spaccio,di droga,omicidi…
“Mare fuori” ci insegna che ogni racconto ha una sua sfaccettatura e che,no,un omicidio non ti rende automaticamente un assassino.
Dietro quel reato puó celarsi impotenza,come nel caso di Carmine dinanzi un imminente stupro o di Naditza per un matrimonio non voluto o di ingenuità come accaduto per Filippo.
Sebbene questo non li esimi dal reato compiuto,concepiamo un crimine nella sua tridimensionalità e che soprattutto, forse, urgerebbe negli istituti penitenziari dar valore a quelle storie,perché il gruppo,che diviene branco,puó soggiogarti con il suo potere e divenire ancor più diseducativo.
In merito alle falle del sistema educativo nel carcere e nei riguardi della microcriminalità ne ho parlato in un precedente articolo al link:
Educatori non sempre infallibili
Gli educatori e i carabinieri sembrano più complici che autoritari.
Lo dimostra lo stesso rapporto paterno tra il comandante Massimo e Carmine, che in lui vede il barlume del riscatto di tanti ragazzi,ma quanto puó giovare un aiuto sempre disponibile?
Inoltre possiamo evincere delle dinamiche di potere sia nel gruppo maschile attraverso Ciro, il quale ha un forte ascendente sugli altri con cui struttura una gerarchia basata sulla paura e sulla sopraffazione, a cui gli educatori rispondono con un atteggiamento omertoso ,sia nel gruppo femminile, nella figura di Silvia, che in maniera più sottile manipola le compagne attraverso i loro punti deboli.
Non é questa crudezza e realismo ad essere apprezzato dai telespettatori,stanchi di morali fittizie?
Resta da chiedersi peró, in che modo i ragazzi potranno davvero salvarsi?
La risposta risiede nei talenti:l’orecchio musicale di Naditza e il lato poetico di Edoardo risveglierá in loro nuovi amori e nuove doti.
Cosa aspettarci nella terza stagione?
Nella terza stagione la stella promettente pronta a stupirci con colpi di scena e forti emozioni é la sorella di Ciro, entrata in carcere per vendicare suo fratello.
Davide Maggio ha inoltre annunciato l’arrivo di una storia omosessuale e tutti i telespettatori sono in trepida attesa davanti agli schermi per la prossima stagione!
Carmen Allocca
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