Massimo Ranieri torna sul palco dell’Ariston venticinque anni dopo la sua ultima partecipazione al festival di Sanremo, con una canzone, o meglio una lettera, che è quasi un messaggio di pura speranza: «La notte non finisce mai, l’America… Lontana di là dal mare dove piove fortuna, dov’è libertà», canta Massimo, quella stessa speranza che ha accompagnato e tuttora accompagna coloro i quali, indifesi e spaventati, sono costretti a lasciare la loro terra per affrontare il mare «troppo grande per non tremare».
Ranieri, artista italiano e orgoglio partenopeo, iniziò a cantare sin da piccolo, intrattenendo i turisti ed esibendosi nei bar ; fu proprio qui che venne notato da una casa discografica che, intravedendo in lui un grande potenziale artistico, gli offrì il suo primo contratto discografico.
Si recò quindi in America, a Brooklyn e partecipò all’Eurovision Song Contest; inizia così il suo successo destinato a durare negli anni , vendendo più di quattordici milioni di dischi.
Il suo debutto a Sanremo arrivò all’età di diciassette anni, nel 1968, con la canzone “Da bambino”; nel 2020 ricordiamo il duetto con Tiziano Ferro all’Ariston, sulle note di “Perdere l’amore “, brano con il quale aveva concorso al festival trentadue anni prima e che gli valse la vittoria.
Negli anni settanta partecipò alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia con “Sogno d’amore”, che raggiunse in pochissimo tempo il primo posto nelle classifiche.
A diciotto anni iniziò anche a lavorare come attore; fu notato dal produttore Fausto Saraceni, il quale gli propose di recitare in molti film, come “Metello” (1970).
Con una carriera dinamica e variegata, passando da cantautore a showman, a regista teatrale, Massimo Ranieri è uno dei più grandi protagonisti della musica italiana e del mondo; negli anni ha pubblicato trentuno album all’estero, in particolar modo in Spagna, Austria , Germania, Francia , Grecia , Giappone e Svizzera.
Un grande ritorno, quello di Sanremo 2022, con un pezzo che racconta il desiderio di rivalsa di chi decide di rischiare per poter vivere degnamente.
Tutta la canzone ruota attorno ad una forte dicotomia i cui poli opposti sono rappresentati dalla terra e dal mare: la terra è «un sogno altrove» mentre l’uomo si appresta ad affrontare un viaggio attraverso il «grosso» mare poiché tra le due sponde c’è il silenzio. Da questa forte antitesi si comprende come la terra, identificata nell’America, in realtà possa anche non esistere. È possibile, infatti, che l’autore del brano, Fabio Ilacqua, abbia utilizzato questo riferimento geografico solo per sfruttare il motivo del sogno e della libertà di cui tale territorio è stato simbolo per eccellenza nelle migrazioni del primo e del secondo dopoguerra.
L’America è dunque utilizzata come espediente retorico per riferirsi al simbolo che idealmente incarna ma che concretamente non rispecchia poiché, come già detto, è solo la metafora di un’altra sponda da raggiungere; tale forte desiderio è espresso anche in uno dei versi conclusivi della canzone: «Qualcuno grida terra, terra, terra». Questa iterazione evidenzia il sentimento di speranza che accompagna l’uomo nel lungo e turbolento viaggio verso la libertà e la fortuna.
Lettera di là dal mare è un componimento canoro in pieno “stile Sanremo”, sia dal punto di vista contenutistico poiché, in occasione del festival, si è soliti ascoltare canzoni “impegnate”; sia da un punto di vista metrico e linguistico poiché il testo è caratterizzato dall’uso di monosillabi tronchi (cadrà, sta, metà) e da parole tipiche della tradizione sanremese come “notte”, “amore”, “mare”, “sole” e “tempo”.
È una canzone dal messaggio forte che può essere compreso facilmente da tutti poiché l’impalcatura metrica è leggera, non fuorviante; difatti vi è un’elencazione di ciò che il viaggiatore pensa e fa durante la sua traversata: «e poi sta col fiato a metà e tutti tacciano e tanti pregano», ma tutti sperano.
Ranieri continua ad incantare tutti con la sua musica, rappresentando un’icona e un punto di riferimento per tutti i cantanti e gli artisti, come testimonia la sua storia di successi indiscussi, oltre che un vero portavoce dell’essenza della napoletanità.
Giusy Pannone
Isabella Cassetti
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