Nascita di un’Italia nuova
“Per l’Italia si inizia un nuovo periodo storico di decisiva importanza. All’opera immane di ricostruzione politica e sociale dovranno concorrere, con spirito di disciplina e di abnegazione, tutte le energie vive della Nazione, non esclusi coloro i quali si siano purificati da fatali errori e da antiche colpe. Dobbiamo avere la coscienza dell’unica forza di cui disponiamo: della nostra infrangibile unione. Con essa potremo superare le gigantesche difficoltà che s’ergono dinanzi a noi; senza di essa precipiteremo nell’abisso per non risollevarci mai più.”
(Enrico De Nicola all’Assemblea Costituente)
Il Referendum del ’46, atto rivoluzionario
Il 2 giugno 1946 in Italia si votò per il referendum istituzionale tra monarchia o repubblica .
Già il decreto luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944, emanato durante il governo Bonomi, tradusse in norma l’accordo che al termine della guerra indicesse una consultazione fra tutta la popolazione per scegliere la forma dello Stato e per eleggere un’Assemblea costituente.
La legge elettorale prevedeva l’elezione di 573 deputati, ma le elezioni non si effettuarono nell’area di Bolzano, Trieste e nella Venezia Giulia, in assenza della piena sovranità dello Stato italiano.
La novità, dopo il Ventennio, fu che per la prima volta a livello nazionale votarono anche le donne, votanti nelle elezioni amministrative del marzo precedente.
E ciò in base al decreto legislativo luogotenenziale 1 febbraio 1945 n. 23 e al decreto legislativo luogotenenziale 10 marzo 1946, n. 74.
L’esito delle elezioni vide vincitrice la forma repubblicana con 12 717 923 voti favorevoli contro i 10 719 284 espressi a favore dell’istituto monarchico.
L’elezione della Costituente
Il 2 giugno 1946 gli italiani votarono anche per l’Assemblea costituente. Il risultato elettorale vide l’affermazione dei tre grandi partiti di massa: la Democrazia Cristiana conquistava la maggioranza relativa dell’Assemblea (35,21 %), mentre il Partito Socialista e il Partito Comunista raggiungevano insieme il 39,61 %. I tre maggiori partiti ottenevano complessivamente circa il 75% dei suffragi.
Si affermavano le forze politiche legate alla tradizione popolare del movimento cattolico e del movimento socialista. Le elezioni evidenziavano anche il massiccio ridimensionamento delle forze di ispirazione liberale, che sino all’avvento del fascismo avevano dominato la vita politica nazionale.
La spaccatura d’Italia: Nord e Sud
Esisteva una spaccatura profonda, fortemente disegnata su basi geografiche, tra il Nord a maggioranza repubblicana ed il Sud a maggioranza monarchica, nonostante che gli eventi dell’ultimo ventennio (nello specifico la sconfitta, il proclama di armistizio reso noto l’8 settembre 1943, la fuga dei reali e del Governo e lo sbando delle forze regolari) avessero oramai reso improrogabile la scelta di una profonda cesura con il passato.
Le ragioni di questa divisione ideologica tra Nord e Sud del Paese sono molteplici: innanzitutto è opportuno dire che, durante l’occupazione tedesca e la divisione del suolo nazionale con la Linea Gotica, al Meridione le forme istituzionali monarchiche avevano continuato a resistere e sopravvivere, e ciò andò a sommarsi l’insistenza sui territori del Sud Italia di sentite eredità dinastiche e la diffusione di un prevalente conservatorismo.
Insomma, alle elezioni del ’46 il quadro meridionale fu orientato in senso prettamente monarchico.
Il quadro pugliese
La Puglia, di certo, non differì dalla comune tendenza di tutto il Mezzogiorno. Anche nella regione che guarda ad Oriente, baciata dall’Adriatico e dallo Ionio, la vittoria ai seggi fu, senza ombra di dubbio, a favore di Casa Savoia.
Come si può osservare dalla mappa, con le dovute eccezioni nelle province di Foggia e Bari, la maggioranza dei pugliesi si espresse a favore della monarchia.
E non è un caso se, durante l’elezione della Costituente, i pugliesi si espressero con voti più vicini alla “destra”, ma questa è un’altra storia.
E’ il caso di dire che, a conti fatti, questa tappa importante che ha la sua festa il 2 giugno di ogni anno sia il risultato di un lungo processo, iniziato già nell’Ottocento.
Forse l’unità in tutti i sensi, per esempio tra Nord e Sud, non è ancora compiuta, ma speriamo in un domani migliore…
Dulcis in fundo, vi lasciamo con questa chicca musicale sulla storia della nostra nazione del cantautore meridionale Rino Gaetano, scomparso il 2 giugno del 1981: Aida.
Dario Del Viscio
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Bravooooo